Celine Brandi è una ragazza altruista e piena di talento, chiusa nel dolore per la perdita del suo fidanzato.
Quando il destino è sul punto di regalarle un po’ di felicità per l’ammissione al Berklee di Boston, si trova inaspettatamente catapultata nella vita di Ian Montani, un ragazzo che ha perso la vista a causa di un incidente.
Tra incomprensioni e mille difficoltà, i due giovani riusciranno a trovare il posto nel mondo e la forza per vivere appieno la loro vita.
Il libro inizia catapultandoci nella vita della protagonista, Marceline Brandi, una ragazza neo diplomata che ha appena ricevuto la lettera che tanto aspettava. Dopo essersi consumata nell'ansia dell'attesa, decide di aprirla per leggerne il contenuto, scoprendo che.... è stata accettata al Berklee di Boston!!! Questa rappresenta la sua grande occasione per lasciarsi alle spalle il dolore per la morte di Diego, il fidanzato rimasto vittima di un incidente due anni prima, e realizzare il suo più grande sogno che vede coinvolto in primo piano il suo amore per la musica, unica ancora di salvezza in seguito alla grave perdita.
Mi manca e a volte credo di non farcela. Ma poi la vita ti spinge, premendo dietro la schiena, e ti incita a continuare, tu che ancora hai la fortuna di vedere, sentire, correre e respirare, che hai ancora un cuore che batte.
Decide di uscire a festeggiare e si ritrova così da Gino, un locale famoso per i suoi panini, ma sopratutto il luogo dove lei dà una mano durante l'estate. Involontariamente ascolta una conversazione, venendo successivamente coinvolta dai due interlocutori. Scopre che si tratta di Adele e Riccardo Montani, i più importanti venditori di macchine agricole, conosciuti non solo per la loro fama di imprenditori, ma sopratutto per la loro freddezza quando si tratta di affari. Viene a sapere che il loro secondogenito, Ian, in seguito a un incidente, ha perso temporaneamente la vista, e che potrebbe riacquistarla solo se decidesse di sottoporsi a un intervento chirurgico.
Cosa c'entra lei in tutto questo?
Si dà il caso che il figlio si sia rifugiato nel loro cottage a Peschiera del Garda e che non voglia sentire ragioni in merito all'intervento. Solo lei, che presta volontariato per un'associazione di non vedenti, è l'unica in grado di avvicinare il ragazzo e cercare di convincerlo che quella sarebbe la soluzione ai suoi attuali problemi. Celine vorrebbe tenersi fuori da questa situazione, ma Riccardo prova a convincerla, offrendole aiuto finanziario per la sua partenza e permanenza a Boston; eppure si sa che le persone non sono in vendita, così offesa, si alza e se ne va.
Per uno strano motivo si trova a guidare verso quella meta a lei sconosciuta, ritrovandosi così al camping presso il quale si trova Ian, e il loro primo incontro non è sicuramente dei migliori: lui tira fuori il peggio di sé e lei, beh, per tutta risposta gli lancia in faccia i suoi sandali facendo dietro front e tornando da dove è venuta.
Il suo istinto da crocerossina si risveglierà e la porterà a tornare e instaurare una sorta di dialogo, facendo capire a Ian che ha bisogno del suo aiuto. I due passeranno molto tempo insieme, lui imparerà a convivere con il suo buio e lei proverà a tornare a vivere, anche se il ricordo di Diego è ancora troppo presente nella sua mente e nel suo cuore.
“Sai chi sono?”
“Un raggio di luce dentro il mio buio”.
Tutta la storia è narrata dal punto di vista di Celine, dove non mancano descrizioni accurate dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti, anche se è presente qualche refuso e qualche piccola contraddizione che mi ha costretta a tornare indietro a rileggere per capire se avessi mal interpretato la frase. Gioca un ruolo fondamentale anche l'amica del cuore, Dana, che cerca di scuoterla e risvegliarla da quel torpore nel quale è entrata con la morte del ragazzo, come se una Celine più timorosa avesse preso il posto di quella ragazza che sapeva amare la vita.
Ottima la scelta del titolo che ci ricorda che dopo la tempesta c'è sempre l'arcobaleno. Le difficoltà esistono, non possiamo fare finta di niente, eppure bisogna prendere consapevolezza e chiedere aiuto senza per questo sentirsi perdenti, inferiori o anormali.
Una lettura scorrevole e consigliata se si vuole passare una serata in totale relax.
Non si può aiutare chi non vuol essere aiutato, anche se la verità è che non so se volevo davvero aiutare lui o me stessa. Entrambi abbiamo bisogno di tornare a vivere, in modi diversi, ma forse un invalido agli occhi e un invalido al cuore sono una coppia troppo male assortita.
Fanny Di Natale è nata nel 1975 e cresciuta nei quartieri della vecchia Milano, sugli storici Navigli.
Figlia unica, ma componente di una famiglia numerosa e molto affiatata, vive un'infanzia felice e una maturità fatta di cose semplici e quotidiane. Diplomata nel 1995 in Chimica, materia che non la soddisfa un granché, spazia fra vari ambiti lavorativi che la arricchiscono in esperienza e conoscenze.
Mamma di due figli, moglie e lavoratrice, si affaccia alla scrittura giovanissima, provando, imparando e compiendo un percorso interiore, come lettrice e come scrittrice. Dalla lettura dei romanzi di Federico Moccia e la passione per quelle sue storie così on the road, nasce il suo primo romanzo con lo pseudonimo di Fanny Goldrose, Franci è scesa dalle nuvole pubblicato nel 2007 da Mamma Editori.
Con l'avvento poi del boom letterario del mito di Harry Potter, e successivamente dalla nuova ondata di gothic romance proposti da Stephenie Meyer, nascono il suo secondo romanzo Dark Angel (2010) e il terzo Cuore di Strega (2014) sempre editi da Mamma Editori.
Sito Ufficiale dell'autrice: http://fannydinatale.blogspot.it/
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/fannydinatale.autrice/
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