Quando Abbi esce dall'istituto dove è stata ricoverata dopo aver tentato il suicidio, desidera solo dimenticare il passato e ricominciare. E a darle forza è il suo sogno, la danza. Vuole essere ammessa alla Juilliard, una delle più prestigiose scuole del mondo, e per farcela dovrà impegnarsi al massimo e non pensare ad altro. Blake è un giovane inglese che si è trasferito a New York per la stessa ragione: diventare un ballerino è quello che ha promesso a Tori, sua sorella, appena prima che lei si togliesse la vita. E poco gli importa di deludere tutte le aspettative familiari per seguire la sua passione. Quando Abbi e Blake si incontrano, riconoscono subito, l'uno negli occhi dell'altra, l'ombra di una sofferenza che chiede riscatto. Passo dopo passo, si rendono conto di essere legati, sul palco come nella vita. Ma i fantasmi del passato non lasciano scampo, e per continuare a danzare dovranno trovare il coraggio, chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalla musica.
Terzo volume della serie The Game e, questa volta, troveremo come protagonista un personaggio che, se avete ancora ben fresco in mente il primo volume, tanto sconosciuto non è.
Perché lo dico? Abigail Jenkins, Abbi, altro non è che la migliore amica di Maddie, la ragazza che, tempo addietro, riuscì a catturare il cuore del bello, tenebroso e un tantino insopportabile Braden, come scherzosamente piace dire a certe persone.
Ed ora eccoci alla recensione vera e propria...
Basta una cosa soltanto.
Un pensiero. Un secondo. Un impulso. Una carezza.
Tante piccole cose che, una dopo l’altra, un po’ alla volta,
si accumulano e si trasformano in una più grande.
Una sola cosa grande, sempre la stessa.
Sufficiente a cambiarti la vita.
Irreparabilmente. Inspiegabilmente. Irreversibilmente.
Parecchio tempo è trascorso da quando Abbi è stata ricoverata all'istituto St. Morris, un luogo costituito da regole ferree, orari prestabiliti per fare qualsiasi genere di cosa e, soprattutto, attività di gruppo.
Perché una scelta così drastica per quella che, di fatto, era poco più che una ragazzina?
Quando l'oscurità sembra avvolgere nelle sue spire in una morsa da lasciare senza fiato, senza dare un attimo di tregua, tutto ciò che una persona può fare è combattere, combattere ancora più duramente di quanto già non faccia per sopravvivere.
Questo, però, sino a quando non si giunge al punto di rottura ed è in quei casi che le persone si distinguono per il palliativo che cercano per non soccombere all'oscurità.
C'è chi trova ristoro al dolore con la droga, chi con l'alcol e gli psicofarmaci e chi, ancora, nel dolore, proprio come Abigail.
Pare un paradosso ma alcune persone cercano di scacciare il dolore andando alla ricerca di quell'attimo in cui la soglia di sopportazione diventa così bassa che nella testa sembra regnare solo il vuoto.
Con il passare del tempo, però, questo metodo risulta solo il palliativo che era, e gli attimi di pace diventano sempre meno frequenti e duraturi, al punto che bisogna soffrire sempre più per arrivare a quella pace tanto agognata.
Ora Abbi è tornata, più forte e tenace di prima, e vuole chiudere a tutti i costi con quel passato che l'ha segnata così profondamente, e non c'è modo migliore che un drastico cambiamento per dire addio a quella parte della sua vita.
Nuovo look, nuovo taglio e nuova tinta e, soprattutto, vivere per il suo sogno, il ballo.
Questa è la nuova Abigail Jenkins. Una giovane donna con un passato ingombrante alle spalle ma che, senza quello, non sarebbe ciò che è ora.
E, soprattutto, non avrebbe incontrato lui, Blake Smith.
Il giorno in cui sono uscita dalla clinica ho cominciato a costruirmi intorno muri alti centinaia di metri.
In cima ci ho messo del filo spinato e dei lupi feroci a protezione di ogni fessura.
Ero – e sono ancora – determinata a non provare nulla.
A non fare entrare nessuno.
Non finché riesco a reggere.
La danza è l’unica cosa che mi fa andare avanti;
l’unica per cui mi concedo di provare emozioni,
la sola che sento davvero reale.
È l’unica a cui permetto di superare i lupi e scalare i miei muri. Ieri,
Blake e la danza erano sinonimi.
Erano una cosa sola.
Dove andava la danza,
andava anche lui.
E' solo un attimo, uno scambio di sguardi, e quel guscio dove la ragazza si è rintanata sembra finalmente mostrare una crepa, tanto che la sua insegnante di ballo, la stessa che l'ha conosciuta quando ancora era in cura all'istituto, con un'abile mossa sembra approfittare di quell'attimo, dandole la proverbiale spinta fra le braccia del nuovo arrivato (metaforicamente parlando).
Questo ragazzo dall'accento inglese è lo stesso che, con i suoi occhi verdi, sembra attirare lo sguardo delle persone che gli gravitano attorno, arrivando ad aggiudicarsi l'appellativo di Ragazzo Inglese Sexy da parte di Maddie e di Abbi.
Cosa c'è di migliore che un grand pas de deux (anche conosciuto come coreografia a due, o balletto) per spingere due persone a socializzare?
«Quello che vuoi.»
Tori scese dal letto e si inginocchiò di fronte a me. Mi prese il volto tra le mani.
«Devi promettermi che qualunque cosa succeda andrai alla Juilliard. Che andrai a New York e realizzerai il nostro sogno.»
«Come?»
«Promettimelo. Qualunque cosa succeda.»
La fissai, non capivo perché mi parlasse così. Però glielo promisi.
Non le avrei mai negato niente.
Su Blake si possono dire molte cose, ma non che non abbia la danza nelle vene, che il ballo sia il suo respiro, la sua ragione di vita.
Tutto è nato da ragazzino, da quella promessa fatta ad una persona a lui cara, quando lui e sua sorella Tori vivevano per questa passione, la coltivavano uniti come se fosse stato un sogno che segretamente i due sapevano che presto avrebbero realizzato insieme.
Ora che Blake si è trasferito a Brooklyn molte cose sono cambiate, come il fatto che abbia deciso di dare il massimo di se stesso per entrare un domani alla Juilliard e, per mantenere il suo sogno, lavorare come chef, un'altra passione che ha scoperto di avere decisamente da giovane.
Quando ogni cosa sembra portarlo sulla strada della sua compagna di corso, gli interrogativi nella mente del ragazzo si fanno sempre più frequenti, così come l'attrazione che prova nei suoi riguardi.
Cosa celano quegli occhi azzurri colmi di segreti che tanto gli ricordano quelli di Tori? Perché i fantasmi di Abbi gli sembrano come quelli di Tori, se non molto peggio? Cosa c'è che la accomuna tanto a sua sorella e, al contempo, la differenzia così tanto?
Come mai quella ragazza sembra svegliare in lui ricordi a lungo sopiti e, al tempo stesso, sensazioni così nuove da lasciarlo come sull'orlo di un precipizio?
Cosa succede se due sistemi così diversi fra loro entrano in collisione?
Saranno scintille o l'esplosione sarà così eclatante che non ci sarà più niente da salvare?
Sempre, cazzo, sempre un passo indietro.
Sempre un minuto in ritardo. Sempre un sogno avanti.
Non voglio che sia così anche con Abbi.
Sono determinato a non restare dietro di lei, ma nemmeno davanti.
La conosco solo da tre settimane e ho ancora fresca nella memoria la prima volta che l’ho vista. Voglio starle accanto, passo dopo passo.
All’unisono con lei.
A lezione. Sul palcoscenico. Per strada. Nei passi di danza e nei passi di tutti i giorni.
Non so cosa mi stia accadendo ultimamente, ma sembra che io sia irrimediabilmente attratta da libri con storie molto complesse alle spalle e questo, alla fin fine, non è che l'apoteosi di ciò che ho detto.
Non aspettatevi, in questo volume, di capire già dalle prime pagine il passato di Abigail, le sue scelte o cosa l'ha spinta ad essere ciò che è divenuta perché questa consapevolezza, questa visione a 360 gradi l'avrete solo con il procedere delle pagine, dato che con una maestria non da poco Emma Hart ci offre un volume a due pov, dove due storie si intrecciano a passo di danza in una maniera così inaspettata da lasciarci senza fiato.
Il perché alcuni di noi potranno immaginarlo, noi non siamo che il frutto del nostro passato, delle nostre scelte e, talvolta, cerchiamo negli altri quella scintilla che alimentiamo dentro di noi, rimanendo attratti così da qualcosa di "nostro" in un altro corpo.
Contrariamente agli altri volumi, devo ammettere che ho trovato in questa storia qualcosa in più rispetto ai precedenti, qualcosa che mi ha fatto amare maggiormente Emma Hart più di quanto trovassi possibile.
Quest'opera, principalmente, basa le sue radici nel coraggio, nella speranza e nella forza di un animo che, dopo aver toccato il fondo ed aver visto il più buio dei tunnel, cerca di rialzarsi, di trovare in se stesso la forza per ricominciare a vivere la vita che, per un periodo, era convinto di non meritarsi.
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