In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un dovere da compiere nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che, dopo la catastrofe, sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Comparso per la prima volta in Italia negli anni Ottanta, il romanzo della Atwood conserva tutt’oggi la sua attualità. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c’è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionalizzati, fonda la sua legge brutale sull’intreccio tra sessualità e politica.
Recensione a quattro mani di Elisa e Giovanna Maggio
Oggi vi parliamo di un romanzo uscito quasi 30 anni fa e ripubblicato in Italia con una nuova copertina dalla casa editrice Ponte alle Grazie.
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La Atwood dipinge il quadro di una dittatura maschilista che ridicolizza e svaluta le donne riducendole ad una mera sotto-categoria di persone.
Noi eravamo la gente di cui non si parlava sui giornali. Vivevamo nei vuoti spazi bianchi ai margini dei fogli e questo ci dava più libertà. Vivevamo negli interstizi tra le storie altrui.
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Esiste più di un genere di libertà, diceva Zia Lydia. La libertà "di" e la libertà "da".
Agghiacciante è l'aggettivo che calza a pennello per descrivere quest'opera. Scritto sotto forma di diario,il romanzo presenta una narrazione molto vicina a quella del flusso di coscienza... La voce narrante è quella di Difred che, attraverso vari flashback e ritorni al presente in cui vive, ci tratteggerà il cupo scenario di questa istituzione teocratica e maschilista dove vige un regime che segue a menadito alcuni passi della Bibbia.
Uno in particolare è quello che caratterizzerà l'intero libro e qui ve lo riporto.
Ora Rachele vide che non poteva partorire figli a Giacobbe, perciò Rachele divenne gelosa di sua sorella e disse a Giacobbe: «Dammi dei figli, altrimenti muoio». Giacobbe si adirò contro Rachele e rispose: «Tengo io forse il posto di Dio che ti ha negato il frutto del grembo?». Allora ella disse: «Ecco la mia serva Bilha. Entra da lei e lei partorirà sulle mie ginocchia; così anch'io potrò avere figli per suo mezzo».
[Genesi 30; 1-3]
Un romanzo, questo, che è un pugno allo stomaco; ci proietta in un mondo grigio e spento dove la donna è oppressa e indotta alla passività, sminuita al mero ruolo di incubatrice... La tecnologia, i libri e ogni altra "tentazione" sono stati banditi quasi a richiamare un ritorno al periodo medievale.
Da questo romanzo recentemente è stata tratta una serie tv di 10 episodi, che dal 26 settembre 2017 è in onda su Tim Vision per l'Italia e, a seguito dei numerosi premi vinti, è stata rinnovata per una seconda stagione.
Margaret Eleanor Atwood nasce a Ottawa (Ontario, Canada) il 18 novembre 1939, due mesi dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Oltre che poetessa e scrittrice, è ricordata come prolifica critica letteraria. Autrice di fantascienza, Margaret Atwood è considerata una scrittrice tormentata e visionaria.
Io ho trovato che con una sola voce narrante per la stragrande maggioranza del libro si affronta di petto la società tremenda in cui il ruolo delle donne è terrificante. La protagonista affronta tutte le vicissitudini con una grande speranza per il futuro, quella di rincontrare i suoi cari. Ma si capisce che i suoi sogni non sono destinati ad avverarsi, visto il regime che si è instaurato in profondità nella società.
RispondiEliminaL’ultimo capitolo è però quello che da il colpo di grazia alla vicenda, gettando una nuova luce su tutti gli avvenimenti precedenti.
Mi trovi assolutamente d'accordo. Difred\June è la testimone chiave di quest'epoca oscura e il capitolo finale dà quel colpo di risoluzione necessario a concedere un barlume di speranza anche al lettore, che si trova catapultato a sua volta nella Repubblica di Galaad... perché una cosa che ho molto apprezzato della Atwood è stata il suo riuscire a farci entrare in empatia con la protagonista.
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