Matt Sullivan si definisce per etichette: studente di legge, atleta, eterosessuale. I suoi obiettivi sono laurearsi e fare carriera in uno studio legale. Una sera decide di accompagnare il suo coinquilino gay in discoteca, e la sua vita cambia. Si rende conto, infatti, di essere attratto dall’uomo più bello che abbia mai visto. Tutte le sue etichette piano piano finiscono per staccarsi, perché non riesce a dimenticarlo.
Aaron Mendez non crede nelle etichette. Si tiene alla larga dagli uomini etero curiosi e non ha paura di mettere in chiaro che non intende nascondere la sua natura favolosa per nessuno. Se da una parte Aaron non può negare di essere attratto da Matt, dall’altra, però, è riluttante a farsi coinvolgere in una storia da qualcuno che trova ancora difficile accettare cosa implica quella nuova etichetta. Soprattutto quando quel qualcuno ha ancora una ragazza.
Quando ho saputo che la Dreamspinner Press avrebbe pubblicato una nuova edizione di questo libro ne sono stata felice perché l’avevo già letto un paio di volte dalla sua prima uscita del 2015 con la Libro Aperto International e desideravo potesse uscire dalla nicchia per approdare una casa editrice con un maggior seguito perché è una lettura che merita proprio. La storia è molto semplice, ma strutturata davvero molto bene e scritta con uno stile fresco e scorrevole.
L’intera vicenda è narrata dal pov di Matt, classico ragazzo americano, laureando in legge e piuttosto attaccato alle etichette. Nonostante uno “scivolone” a diciotto anni, si considera etero anche se la sua ragazza appare più come un corpo caldo in cui affondare a fine serata che come una compagna di vita.
Fin dal primo momento in cui vede Aaron in un gay club Matt ne rimane affascinato e non riesce a smettere di pensarci, a cercare di incontrarlo, a sperare di conoscerlo meglio. Finché la loro intesa non diventa sessuale cerca di raccontarsi la storia che lui è etero e che Aaron è solo un ragazzo interessante. Dopodiché mette in discussione la sua intera vita per poter fare chiarezza e sentirsi degno di Aaron.
Aaron lo conosciamo solo attraverso le lenti rosa di Matt, ma nonostante ciò il suo personaggio è comunque molto ben delineato con un proprio carattere e personalità. È un ragazzo gay e fiero di esserlo, un po’ eccentrico e, a volte, sopra le righe. Nato in America da genitori portoricani è molto legato alla sua famiglia e soffre a causa dell’incapacità del padre di accettare completamente la sua sessualità. Gli è difficile accettare la relazione con Matt perché teme di essere solo un esperimento, una curiosità da soddisfare prima che si accasi con una donna. Il tutto perché teme ha paura di non essere accettato totalmente, di venire relegato ad oscuro segreto.
Ovviamente Matt dovrà scontrarsi con la realtà prima di poter realizzare i propri sogni e dimostrare ad Aaron di valere la pena. Questo è un romance e quando l’amore finalmente trionfa fa sospirare il lettore che si ritrova all’epilogo con gli occhi a forma di cuore.
Insomma una lettura raccomandata per i romantici che credono ancora nelle vere storie d’amore, quelle semplici, ma dolci, sensuali, ma non volgari, emozionanti, ma non eccessive, con protagonisti che potrebbero essere i nostri vicini di casa o colleghi, persona normali che affrontano problemi normali, ma che nel farlo regalano al lettore quel pizzico di romanticismo che fa sempre apprezzare un buon romance.
“Aaron, se devo essere sincere, non passa giorno, da quando ti ho conosciuto in quel cavolo di locale, che non pensi a te. Mi rendo conto di avere dei problemi da risolvere, ma non c’è dubbio che è te che voglio. O qualsiasi cosa tu decida di darmi. Voglio solo una possibilità. E se ciò significa essere amici… sarei onorato di essere tuo amico.”
Non mi ero mai sentito così vicino a nessuno dei partner che avevo avuto: eravamo una cosa sola. Quel sentimento era così forte che mi fece sentire vulnerabile e mi chiesi come mai tutto fosse mille volte meglio con Aaron.
Cominciai dall’inizio e gliela cantai piano. Le parole rappresentavano perfettamente i miei sentimenti per lui. Non riuscivo ancora a dirglielo, ma sperai che potesse capirlo attraverso le parole di quella canzone.“It’s a little be funny, this feeling inside…”Non lo guardai negli occhi finché non finii la canzone.Aaron aveva gli occhi lucidi. Aveva capito.Poggiai la chitarra e lo attirai a me. Volevo solo tenerlo stretto, respirare il suo odore, sentirlo contro di me. Sì, this feeling inside, qualsiasi cosa fosse, era davvero molto forte.
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