lunedì 30 novembre 2015

LET IT SNOW – Innamorarsi sotto la neve di John Green, Maureen Johnson, Lauren Myracle



.È la Vigilia di Natale a Gracetown. Scende la neve, i regali sono già sotto l’albero e le luci brillano per le strade. Sembra tutto pronto per la festa, ma una tormenta arriva a sparigliare le carte. Così si può rimanere bloccati su un treno in mezzo al nulla e vagare per la città fino a incontrare un intrigante
sconosciuto. Oppure prendere la macchina per raggiungere una festa che promette di essere memorabile, per scoprire che l’amore è più vicino di quanto pensassimo. O ancora ritrovare qualcuno che si credeva perduto, ma solo dopo una giornata piena di imprevisti e di… maiali. Grazie a John Green, Maureen
Johnson e Lauren Myracle, affermati autori Young Adult, la magia delle vacanze splende su questi tre
racconti d’amore, che s’intrecciano tra loro mettendo in scena baci appassionati e avventure esilaranti.



Probabilmente sono troppo vecchia per godere pienamente storie di adolescenti, tenere ed innocenti, come quelle narrate tra queste pagine. Ciò nonostante mi hanno fatto sorridere e ripensare alla mia adolescenza che, anche se non poi così tanto lontana, sicuramente non è mai stata dolce ed emozionante come quella dei protagonisti di queste tre storie. 

Le vicende di tutti i personaggi ruotano attorno a questa bufera di neve che si abbatte sul nord America e tutti restano bloccati a Gracetown. 


C’è chi, come Jubilee, stava andando in Florida dai nonni e si ritrova su un treno in mezzo al nulla e decide di scendere per andare ad una waffle house senza sapere che questo le cambierà la vita. 

Oppure c’è Tobin che deve affrontare mille peripezie nella neve per un branco di cheerleader per poi accorgersi che l’amore gli stava accanto. 

Infine abbiamo Addie che idealizza così tanto l’amore da rischiare di perdere il ragazzo che la ama davvero.

Sono storie di adolescenti, sedici, diciassette anni, che fanno pazzie in nome dell’amore e dell’amicizia il tutto nella cornice di un bianchissimo natale dove, una volta tanto, non è la famiglia il perno di tutto. Anzi, gli adulti vengono spesso dipinti come irresponsabili (vedi i genitori di Jubilee che si fanno arrestare la Vigilia di Natale per una rissa da shopping) o più dediti alla carriera che alla famiglia (i genitori di Tobin restano bloccati in un’altra città per via della neve perché erano via per un convegno medico proprio sotto Natale).

Un libro breve, ma scorrevole, adatto ad un pubblico molto giovane, ma che può emozionare anche chi di anni ne ha qualcuno in più perché, si sa, che a Natale torniamo tutti un po’ bambini.


«Sì, be’, se io avessi una ragazza e i suoi genitori fossero stati arrestati il giorno della vigilia di Natale e lei avesse dovuto prendere un treno e affrontare un lungo viaggio nella tempesta… terrei il telefono in mano tutta la notte. E risponderei. Al primo squillo. Ogni volta. E chiamerei di continuo per controllare come va.»Sono rimasta impietrita. Aveva ragione. Era esattamente quello che Noah avrebbe dovuto fare.«E in più gli hai appena detto che sei caduta in un torrente ghiacciato e ti trovi intrappolata in una strana città. E lui ha riattaccato? Io farei qualcosa. Verrei subito, neve o non neve. Può sembrare stupido, ma io lo farei. E lo vuoi un consiglio? Se non ti molla lui, dovresti essere tu a scaricarlo.»
Stuart ha parlato tutto d’un fiato, come se le sue parole uscissero da una qualche profonda tempesta emotiva interiore. Ma avevano un che di grave… e toccante. Perché era chiaro che lo sentiva. Aveva detto tutto quello che avrei voluto sentire da Noah.
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«Volevo che vivessimo un’avventura, io e te. Perché le amo, queste stronzate. Perché io non sono come-cacchio-sichiama-lei. Perché non penso: “Mioddio che fatica, sei chilometri a piedi nella neve”. Io voglio tutto questo. Io amo tutto questo. Quando eravamo a casa tua, a guardare quel film, volevo che nevicasse di più. Di più di più! È molto più interessante così. Forse tu non sei come me, ma secondo me invece sì.»
«Anche io lo volevo» ho detto, quasi interrompendola e continuando a non guardarla per paura di quello che avrei fatto se l’avessi guardata. «Volevo che continuasse a nevicare.»
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«Sto per baciarti» l’ho avvertito, perché sapevo che non gli piacevano le effusioni in pubblico.«No» ha detto in tono gentile ma risoluto. «Io sto per baciarti.»
Le sue labbra hanno toccato le mie, e uno scampanellio ha risuonato dentro di me, allegro, argentino e puro. Probabilmente era solo la campanella sulla porta, che tintinnava mentre Dorrie e Tegan uscivano. Ma io ero davvero troppo impegnata per controllare.

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