Quando finisce una storia, ne inizia un'altra.
Come si fa ad andare avanti dopo aver perso chi si ama? Come si può ricostruire la propria vita, voltare pagina?
Per Louisa Clark, detta Lou, come per tutti, ricominciare è molto difficile. Dopo la morte di Will Traynor, di cui si è perdutamente innamorata, si sente persa, svuotata.
È passato un anno e mezzo ormai, e Lou non è più quella di prima. I sei mesi intensi trascorsi con Will l'hanno completamente trasformata, ma ora è come se fosse tornata al punto di partenza e lei sente di dover dare una nuova svolta alla sua vita.
A ventinove anni si ritrova quasi per caso a lavorare nello squallido bar di un aeroporto di Londra in cui guarda sconsolata il viavai della gente. Vive in un appartamento anonimo dove non le piace stare e recupera il rapporto con la sua famiglia senza avere delle reali prospettive. Soprattutto si domanda ogni giorno se mai riuscirà a superare il dolore che la soffoca. Ma tutto sta per cambiare.
Quando una sera una persona sconosciuta si presenta sulla soglia di casa, Lou deve prendere in fretta una decisione. Se chiude la porta, la sua vita continuerà così com'è: semplice, ordinaria, rassegnata. Se la apre, rischierà tutto. Ma lei ha promesso a se stessa e a Will di vivere, e se vuole mantenere la promessa deve lasciar entrare ciò che è nuovo.
Questo romanzo appassionante e mai scontato è l'attesissimo seguito del bestseller internazionale Io prima di te. Jojo Moyes ha deciso di scriverlo dopo che per tre anni è stata letteralmente sommersa dalle lettere e dalle e-mail di lettori che le chiedevano che fine avesse fatto l'indimenticabile protagonista Lou.
[…] sapevo fin troppo bene che l'identità che scegliamo di presentare al mondo può essere molto diversa da quella che teniamo nascosta dentro di noi. Sapevo che il dolore può indurti a comportarti in modi che non potresti nemmeno lontanamente immaginare.
Prima di iniziare a parlare di questo romanzo, ho una premessa da fare. Se non avete letto Io prima di te, SCONSIGLIO la lettura di questa recensione per spoiler involontari legati al primo libro. Le immagini che troverete vogliono essere una sorta di omaggio all'uscita del film in tutta Europa, tranne che in Italia (sempre i soliti sfigati.)
Louisa aveva dovuto accettare la volontà di Will di mettere fine alla propria vita, restando al suo capezzale fino alla fine. Una decisione che ha sconvolto non solo lei, ma le lettrici di tutto il mondo (fiumi di lacrime scorrono al solo ricordo). L'ultima lettera che Will le aveva indirizzato la stava leggendo a Parigi, dove venne anche messa al corrente di quanto ereditato dopo la morte del suo datore di lavoro, la stessa persona della quale si era innamorata e alla quale aveva donato il proprio cuore.
Per qualche tempo ti sentirai a disagio nel tuo nuovo mondo.
Ci si sente sempre disorientati quando si viene sbalzati fuori dal proprio angolino rassicurante...
C'è fame in te, Clark. C'è audacia. L'hai soltanto sepolta, come fa gran parte della gente.
Vivi bene. Semplicemente, vivi.
E da quel momento in poi ha viaggiato. Parecchio. Per un periodo di tempo ha vissuto a Parigi, lavorando in un bar per acquisire conoscenza e padronanza della lingua, quella città tanto amata da Will, che rievocava nei suoi ricordi precedenti all'incidente con una sorta di nostalgia. Eppure c'era qualcosa che le continuava ad andare stretto, così ha fatto la valigia e ha cominciato a cercare il proprio posto nel mondo, per tornare ancora una volta a Parigi, e poi in via definitiva a Londra. La ritroveremo infatti nuovamente come barista all'aeroporto di Londra, intenta a servire caffè e snack ai passeggeri in partenza, ascoltando i rumori degli aerei in fase di decollo e in fase di rullaggio; una Lou scontenta della propria vita e intrappolata in un appartamento che non riesce ancora a sentire suo.
Il pensiero di Will sembra non volerla abbandonare mai; ripensa a quello che è successo, a cosa avrebbe potuto fare per fermarlo, alla sua testardaggine e alla sua decisione egoistica che ha lasciato in tutti un grande vuoto. Sale così sul cornicione del suo terrazzo per urlare tutta la sua rabbia, contro il mondo, contro Will, ma la voce di una ragazza la coglie di sorpresa e... scivola.
“Tu non mi hai dato nemmeno uno straccio di vita, capito? Hai soltanto distrutto la mia. L'hai distrutta in tanti piccoli pezzi. Che cosa dovrei farci con quello che mi resta? Quando mi sentirò...” Allargo le braccia avvertendo l'aria fredda della notte sulla pelle e mi accorgo che sto di nuovo piangendo. “Vaffanculo, Will” sussurro. “Vaffanculo. Non dovevi andartene in quel modo.”
I soccorsi non tardano ad arrivare; cerca rassicurazioni nella persona seduta accanto a lei, ritrovandosi a stringergli la mano. Dopo un intervento impegnativo e qualche giorno passato in stato di semincoscienza, Lou riapre gli occhi ritrovandosi davanti i visi preoccupati dei genitori; viene messa al corrente di quanto accaduto e delle sue condizioni, così la madre decide che dovrà tornare per un periodo di tempo a casa affinché possa ricevere assistenza. E fa male tornare in quella cittadina che sa di ricordi, di mesi che vorrebbe solo dimenticare, di un castello che si staglia in lontananza e che le ricorda tanto il suo Will.
Vorrei dire che starò bene nel mio appartamento, non importa che cosa ne pensano loro. Vorrei dire che non vedo l'ora di riprendere a lavorare, rientrare a casa e non pensare a niente fino al turno successivo. Vorrei dire che non posso tornare a Storfold ed essere di nuovo “quella ragazza, quella che...”. Non voglio essere costretta a sopportare il peso della disapprovazione di mia madre, seppur dissimulata, né l'ottimistica determinazione di mio padre nel sostenere che va tutto bene, come se riprendendolo più volte potesse davvero sistemare ogni cosa. Non voglio passare davanti alla casa di Will ogni giorno, pensare a quello di cui ho fatto parte, a quel pezzetto di cuore che sarà sempre là.
Ma non dico niente di tutto questo perché improvvisamente sono stanca e ho male dappertutto e non me la sento più di lottare.
Un ritorno a casa, passato a evitare tutti, soprattutto le occhiate della gente e i pettegolezzi senza un fondo di verità; e una volta convinti i genitori di stare bene e di dover tornare al lavoro, ha la possibilità di tornare a casa sua, ma a un'unica condizione: che inizi a frequentare un gruppo di sostegno per l'elaborazione del lutto. Come se fosse semplice mettere a nudo la propria anima e i propri sentimenti e parlare a persone estranee; cosa ne potevano sapere loro? Sarebbero stati gli ennesimi giudici che le avrebbero puntato un dito contro ritenendola colpevole di non averci provato abbastanza? Ma si sa che i guai non arrivano mai da soli, e inaspettatamente qualcuno entrerà prepotentemente nella vita della dolce Lou sconvolgendole l'intera esistenza...
Qualche volta avevo l'impressione che tutti noi stessimo procedendo faticosamente in una palude di dolore, restii a rivelare agli altri se la mano che agitavamo era un semplice saluto o una richiesta di aiuto per evitare di annegare.
La Moyes ancora una volta è riuscita a tirare fuori una storia in grado di emozionare. Molti storceranno il naso per questo sequel inaspettato, e ammetto di essere anch'io ancora perplessa perché alla fine di questo libro non sapevo realmente come mi sentissi. Non posso negare che “Io prima di te” è stato in grado di regalarmi emozioni uniche e tanti pianti, e come molti lettori anche io mi ero posta la domanda “Cosa farà ora Lou se non dovrà più occuparsi di Will? Cosa ne sarà di lei?”, e non mi sarei mai aspettata che l'autrice avrebbe accontentato le sue fan decidendo di scrivere un nuovo romanzo che parlasse di quella che è stata la sua vita “dopo”.
In molti si sono lamentati che non potrebbe esistere Louisa senza Will, ma guardiamo in faccia la realtà: a quanti di noi è capitato di perdere una persona cara? Sono dell'idea che questo libro rappresenti un grande insegnamento, perché invita a guardare avanti con speranza senza tralasciare il passato. Ho apprezzato molto il cambiamento e la crescita di Lou in questo romanzo; inizialmente ho fatto fatica perché avevo un ricordo di lei molto più allegro, energico, positivo, e mi sono dovuta scontrare con una Louisa negativa, triste, che si accontenta di quello che ha senza provare a migliorare la sua vita, cercando la forza per lasciare andare Will e poter andare avanti per la propria strada. Ed è esattamente quello che fa; scorrendo nella lettura si riescono a vedere gli scorci della ragazza che era, e ammetto di aver riso e sorriso e di essermi emozionata tantissimo.
So che l'opinione dei lettori è spaccata in due, ma se anche voi vi state chiedendo che fine abbia fatto e cosa sia successo dopo, beh, non resta che prendere coraggio e iniziare questa lettura perché la Moyes non delude e non si smentisce mai!
Qualche volta penso alla vita delle persone che mi circondano e mi chiedo se siamo tutti destinati a lasciare una scia di danni dietro di noi. Non sono solo mamma e papà a incasinarti la vita.
Guardandomi intorno come qualcuno che d'un tratto si è infilato un paio di occhiali puliti, vedevo che quasi tutti portavano addosso i brutali segni dell'amore, un amore perduto, strappato via, o semplicemente sepolto in una tomba.
Will aveva fatto questo a tutti noi, ora lo capivo. Non ne aveva avuto l'intenzione ma, anche solo rifiutandosi di vivere, l'aveva fatto.
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