lunedì 4 luglio 2016

FAMMI VOLARE di Angela Volpe


Stare tra le nuvole è un’emozione che crea dipendenza.

Il giorno del giudizio si avvicina. Hope ha lavorato sodo, sopportando ogni umiliazione, per prepararsi alla fatidica riunione che potrebbe segnare la svolta per la sua carriera. Si è concentrata sul lavoro bandendo dalla sua vita ogni altra cosa, ma proprio quando intravede la meta compare nella sua vita Nash Reed, un ragazzo con un lavoro semplice che ama gli sport estremi e si sposta da un Paese all’altro in cerca di avventure. La sua filosofia di vita, libera e rilassata, è esattamente l’opposto di quella di Hope, tutta incentrata su rigore e ritmi incalzanti. Qual è la ricetta vincente: tenere i piedi a terra o provare a volare? La tanto attesa riunione per Hope si conclude nel peggiore dei modi; tutto sembra senza un domani, ma è proprio quando si tocca il fondo che poi si risale, sempre più in alto. E in due il volo è più dolce.

Fammi volare” è una favola moderna, in cui la carrozza di Cenerentola non è una zucca, ma un parapendio.
Hope lavora per un'importante azienda, la Maxwell & Co., come addetta allo smistamento della posta, ma punta in alto, per questo decide di presentare un business plan nella speranza di essere notata. Vive per il lavoro, isolandosi da tutto e tutti; per lei non esistono distrazioni, solo il lavoro; durante il tragitto casa – lavoro e viceversa legge il “Financial Times”, o i bilanci dell'azienda, o studia il suo progetto, registrandosi e ascoltandosi all'infinito.
La sua vita è programmata fino all'ultimo e insignificante dettaglio, prende il treno sempre alla stessa ora, si siede sempre nello stesso posto, non si concede la pausa pranzo e lavora fino a tardi. Il classico dipendente che cerca di essere notato, il primo che arriva e l'ultimo che se ne va. Poi un giorno, sul treno del ritorno, si ritrova costretta a cambiare posto, sedendosi di fronte a un ragazzo e, approfittando del fatto che lui stia riposando a occhi chiusi con la testa poggiata al finestrino, lo studia a fondo, rischiando di saltare la sua fermata. Esce di corsa dal treno, urtando la gamba dello sconosciuto e profondendosi in diecimila scuse. Il giorno dopo al lavoro avrà una sorpresa che non si aspetta: il tecnico che si occupa della manutenzione dei computer dell'azienda, altri non è che lo sconosciuto del treno, e che risponde al nome di Nash Reed.
I loro incontri sul treno diventano più frequenti, Hope scoprirà che abitano vicini e, dal canto suo, Nash le dirà che è da un anno che l'ha notata, descrivendole perfettamente ogni sua piccola abitudine. Poi un giorno, la giornata a lavoro si rivela essere più dura del previsto e Hope è sul punto di crollare, fino a quando non arriva l'impavido cavaliere nella sua scintillante armatura che la salva da se stessa e dai suoi pensieri. La invita a cenare insieme in un locale poco lontano dal quartiere in cui abitano, e Hope scoprirà una nuova sé, rendendosi conto che quella vissuta finora non era vita e che è il momento di recuperare tutto quello che si è persa finora.

Ho capito. Clausura a vita. Attenta però.”
Il rumore dei freni del treno copre le sue ultime parole mentre si alza per uscire.
Cosa vuoi dire?”
Si abbassa avvicinando la bocca al mio orecchio e mi sussurra: “Potresti perdere più di quello che guadagnerai, accorgerti di aver tralasciato qualcosa di molto più importante.”

Ultimamente leggo libri in cui mi ritrovo a vestire i panni delle protagoniste, donne con rigidi schemi a cui attenersi, ogni cosa deve essere al proprio posto e andare fuori dai propri ritmi tende a creare degli scompensi inimmaginabili. Ed è bello vedere che anche loro, come me, cercano di migliorarsi, di vivere la vita in maniera più semplice, seguire il cuore anziché la testa, fare qualcosa che mai avrebbero pensato di fare. Hope è così, rigida, schematica, una persona casa e lavoro, capace di saltare i pasti principali pur di ultimare un lavoro importante. Cerca di farsi notare e lo fa nella maniera più sbagliata, aiutando i colleghi di livello superiore nella redazione delle relazioni, riscrivendo progetti che erano impresentabili, assistere all'avanzamento di carriera di alcuni di loro grazie alle “sue” idee, non sapere dire di no di fronte alle loro richieste. Cosa vi viene in mente? Avete intuito bene, una specie di donna – zerbino, un piccolo pesce che cerca di nuotare insieme agli squali e di tenere il loro passo.

Non sono stata abbastanza forte da difendermi e gli squali mi hanno sbranata. Non sono morta, però. Domani tornerò a nuotare come tutti gli altri, non darò loro la soddisfazione di vedermi a brandelli.

Nash al contrario è uno spirito libero, un tecnico informatico, ma anche un elettricista; ha cambiato diverse volte città, gli piacciono gli sport estremi e vive alla giornata. Cerca di far conoscere la bellezza della libertà anche a Hope, e l'atteggiamento che ha nei suoi confronti è di una dolcezza unica (dove sono nascosti questi ragazzi?!?).

Il mondo è la mia casa, non appartengo a nessun luogo particolare, posso vivere bene quasi ovunque.”

La storia è narrata dal punto di vista di Hope, diventa semplice conoscere i suoi pensieri, le sue debolezze; una donna forte che, una volta a casa, toglie la corazza e crolla emotivamente, il lavoro le consuma ogni più piccola energia, e il suo incontro con Nash rappresenta una sorta di porto sicuro, decidendo così di abbandonare la rigidità della sua persona e imparando a vivere più serenamente.

Lui è la persona che mi ha aperto gli occhi sulla vita, che mi ha fatta sentire di nuovo felice, che mi ha fatto riscoprire una gioia che avevo dimenticato.

Si tratta di un racconto abbastanza breve, in cui sono presenti due o tre capitoli da poche righe ciascuno, e mi sarebbe piaciuto assistere un po' di più alla storia di Hope con Nash, alle esperienze che lui le fa provare, alla dolcezza delle prime settimane insieme, all'amore che si legge negli occhi di entrambi. Una storia piacevole, da portare al mare con voi in questa calda estate; una storia per tutte le eterne romanticone, un racconto che continua a farci sognare a occhi aperti e sospirare profondamente nella speranza di incontrare anche noi Nash Reed.




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