E se i promessi sposi fossero vissuti nella Firenze del Trecento?
Se Lucia fosse stata una filatrice a favore dei diritti delle lavoratrici?
Se l’Innominato si fosse dedicato alla ‘conversione’ del metallo in oro?
Firenze, 1348. La filatrice Lucia è promessa al lanaiolo Lorenzo de’ Tramaglini, ma il notaio ser Roderico ha scommesso che la sposerà. Nonostante il vantaggioso cambio di programma, Lucia oppone resistenza al progetto del notaio, che minaccia di screditarla agli occhi della legge a causa delle sue idee politiche. Per rinviare le nozze, Roderico organizza il rapimento della ragazza e chiede aiuto all’Innominato, un nobile despota che si nasconde nelle campagne di Fiesole grazie alla sua protezione, per la quale riceve in cambio favori di natura criminale. Nel frattempo, però, la vita isolata e gli studi stanno portando l’Innominato su un’altra strada. La crisi di coscienza e il conflitto con la prigioniera gli offrono spunto sulla ‘conversione’ del metallo in oro letta alla luce di una tradizione arrivata dalla via della seta: l’unione con la compagna predestinata per compiere insieme la Grande Opera, la trasformazione dell’energia sessuale nel corpo dell’adepto, per risalire all’armonia perduta. Ma questo non rientra nei piani di Roderico...
La giovane filatrice Lucia Mondelli è promessa sposa al lanaiolo Lorenzo de Tramaglini. Tutto sembra già programmato a dovere e fra meno di un mese verranno celebrate le nozze, ma Ser Roderico, notaio di Firenze, ha scommesso con il cugino che sarà lui a sposare la bella Lucia ed è disposto a qualsiasi cosa pur di non perdere questa scommessa. Ma Lucia, grazie alle letture che l’amica Gertrude le ha fatto scoprire, sogna un amore come quello dei romanzi cavallereschi e più guarda il suo futuro sposo più si allontana dall’idea che ha in mente. Lorenzo è rude, sempliciotto e alquanto ignorante… E quando in gioco entra quel vecchio di Ser Roderico per Lucia, Lorenzo diviene soltanto il male minore poiché a parte la ricchezze Ser Roderico non ha niente di buono: è misogino, alza facilmente le mani sulle donne e in più è un bevitore accanito. Ma Lucia non ha fatto i conti con la caparbietà del notaio che orchestra un rapimento e la segrega presso la dimora di un suo “amico”: l’Innominato. Lucia viene portata nella residenza di quest’uomo, destinata a stare lì fino a quando Roderico non verrà a riprendersela per farne sua moglie. Lucia è terrorizzata, si guarda attorno spaurita e tenta perfino di convincere i servi a lasciarla andare, ma con scarsi risultati.
“Ogni riflessione, ogni speranza, veniva abbattuta subito dall’evidenza, e l’impotenza ingigantiva l’uggia in angoscia; il silenzio degli uomini sminuzzava il tempo, mangiandosi il cuore boccone dopo boccone; lo sconforto vinceva la forza, e le lacrime si scioglievano come il coraggio e le illusioni.”
Tuttavia, quando farà la conoscenza del padrone di casa ovvero l’Innominato, nonostante la diffidenza iniziale, sarà proprio lui quello in grado di metterla a proprio agio ed egli stesso trarrà beneficio dalla personalità fresca di Lucia che sembra essere la donna perfetta per i suoi propositi di redenzione.
“Il genitore del pellicano si apriva il ventre per nutrire i piccoli, Cristo si sacrificava per il riscatto degli uomini, lui s’impegnava per redimersi e creare qualcosa di grande, di buono.”
Sono davvero poche le informazioni che riusciamo a carpire di questo personaggio così misterioso, ci è dato sapere che nutre grandi aspettative dai suoi esperimenti alchemici atti a realizzare la “Grande Opera”.
Anonima Strega giunge in queste calde giornate estive con un racconto che è come una ventata di aria fresca. È riuscita nell’impresa di ottimizzare l’incubo di ogni studente (studiare i Promessi Sposi) e dargli una svecchiata; mischiando un po’ le carte e conferendo a questa famosissima storia d’amore, un tocco di novità, ma senza stravolgerla del tutto.
L’Innominato, ha un passato fatto di ombre e segreti indicibili, ma nel racconto lo vediamo diventare a poco a poco sempre più umano, conquistando così un ruolo di fondamentale importanza. Lucia spicca tanto per la sua ingenuità quanto per l’impertinenza, crede fermamente nei suoi ideali, primo fra tutti la parità dei sessi. Anche i personaggi secondari hanno una psicologia ben definita, vincente è stata sicuramente la trasposizione di Gertrude, che veste bene i panni dell’amica fidata, donna dalla mente aperta e molto colta. Ho adorato questa breve rivisitazione di un grande classico come lo è stato “I Promessi Sposi” del Manzoni. Altra scelta vincente ed innovativa è stata quella di inserire l’alchimia che qui assume una valenza non solo scientifica ed empirica, ma più ancestrale riconducibile ai piaceri della carne. La bravura della scrittrice sta nel creare una sorta di attesa; il lettore è conscio della crescente attrazione che nasce tra i protagonisti, è consapevole che qualcosa accadrà ma non del come si arrivi alla scena fatidica che, vi dico subito, rispetta appieno le aspettative che ci si crea durante la lettura.
Non mancano momenti d’intensa riflessione che, nonostante la loro semplicità, non rallentano la cadenza del racconto.
«Filare la lana è come filare la vita. […] La mia si aggomitola senza speranza di tornare indietro. Ma nessuna vita in fondo torna indietro, e il filo del mondo intero è sempre stato questo.»
Spero che le mie parole siano state abbastanza convincenti da indurvi a concedere una possibilità a “L’Alchimista Innominato”. Che si tratti di demoni, streghe o personaggi storici oramai, per me, le storie di Anonima Strega sono diventate una certezza.
Anonima Strega si occupa da sempre di tematiche legate all’occulto. Preferendo tutto quanto concerne l’universo femminile neopagano, è di conseguenza al contempo molto romantica, anche se l’oggetto dei suoi desideri esce spesso dalle righe, così come i personaggi delle sue storie: i romanzi “Spettabile Demone” e “Il Diavolo e la Strega”, la trilogia “Le spose della notte”, e racconti disseminati per vari blog. In una vita precedente ha già avuto a che fare con i libri, ma i vaghi ricordi sono perlopiù negativi, e per libertà di movimento si dichiara disinteressata a qualsiasi proposta editoriale. Il suo antro è situato in un luogo nascosto, custodito da una gatta nera d’angora e una coppia di anziani troll norvegesi. Da lì dispensa consigli magici attraverso anonimastrega.blogspot.it
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