"E se..." parla di amicizia e di amore. Parla di storie che finiscono e altre che iniziano. Parla di viaggi. Luoghi che si sono visti, che si stanno vedendo, che si vorrebbero vedere. Parla di chiese e musei, di film e cartoni animati. Parla di libri. Parla di palcoscenici e abiti da sposa, di musical e di matrimoni. E qual è la connessione tra le due cose? Ma c'è. Parla di parole. Perché in questo libro si parla tanto. Di tutto, di niente. Oggi le persone parlano sempre meno, vero? Ma qui parlano anche i silenzi. Ah già, parla anche di sogni. Ma a me piace chiamarli castelli in aria. È come se questo desse loro più...solidità. Parla di due ragazzi, sui trent’anni. Lui è famoso, abbastanza, non troppo. Recita in un musical di grande successo. Il suo musical preferito. Lei organizza matrimoni. Ecco cosa c'entravano le due cose. Ma non conta molto quello che fanno, perché quando sono solo loro due, sono solo due ragazzi. Elena e Leonardo.
Elena, sognatrice disillusa, su un treno per Firenze incontra per caso il suo idolo del momento. Lei ha tanto da dire, perché è in un periodo di trascuratezza, il fidanzato sempre meno presente, la vita che non è andata come doveva andare, e lui ha bisogno di ascoltare, per rimanere nel mondo reale e non cadere tra i ricordi di chi ha perduto. Un mix di circostanze e intenzioni farà passare loro del tempo insieme, tra palcoscenici e matrimoni, tra città e monumenti, e i due scopriranno molte affinità. E questo potrebbe far pensare al lieto fine. Non fosse per un particolare di una certa rilevanza.
E se..., con discorsi più e meno seri, ma anche risate e scene divertenti, è un romance adatto a tutte le donne che fanno ancora sogni ad occhi aperti, e forse ancora di più a chi ha smesso di farli!
Elena è un architetto mancato. La sua vocazione era l’archeologia e, sebbene ritenga non sia mai troppo tardi per seguirla davvero, lavora come wedding planner, un’occupazione che svolge al massimo delle sue capacità e che ha trovato quasi per caso, criticando l’allestimento ad un matrimonio. E’ fidanzata da dieci anni con Davide, ma non crede nel matrimonio. La loro convivenza, insieme ad una cagnolina e ad un pappagallo, è qualcosa di molto simile, ma no, non è per nulla un matrimonio. Per una che ne organizza, penserete, non deve essere semplice non credere in tale istituzione, ma Elena… Beh, Elena è particolare. Ha idee tutte sue, teorie su ogni cosa. Colleziona Barbie, ama la cultura egizia e l’Africa.
«Perché sei strana. Non ti piace bere, ma non perché sei astemia o salutista. Non bevi perché non ti piace il sapore. Non credi nel matrimonio, ma organizzi matrimoni. E sei fidanzata da dieci anni, e non tutti ci arrivano, neanche i matrimoni. Collezioni Barbie. Ti piacciono favole e film Disney, ma non credi nei principi azzurri. Sei architetto, ma non fai l’architetto... A proposito, perché?»
La sua passione recente? Potremmo dire che è il teatro, ma in realtà ha un nome ben preciso: Leonardo.
Leonardo è un attore, bello come un angelo, dai capelli ricci e un viso dolce e pulito sul quale brillano un paio di intensi occhi nocciola. La prima volta che lo vede, un anno prima, è durante uno spettacolo a Milano, città natale di Elena, ed ha modo di apprezzarne talento e bellezza. Ma il caso vuole, che si incontrino de visu, su un treno diretto a Firenze, dove lei sta andando per un matrimonio mentre lui fa ritorno a casa. Ora, chi di voi riuscirebbe a mantenere calma e aplomb di fronte al proprio idolo? Nessuna, vero? Elena sì, ed è questo che attira Leonardo. Si apre con lei come con nessun altro e da quel momento ha inizio un’amicizia speciale tra i due. Apparentemente si tratta di due anime gemelle, di fatto però, sono due persone le cui vite sentimentali sono già occupate e che sono per questo costrette a mantenere su un piano molto platonico la loro amicizia.
«Perché tu, più ancora di me, sei tante cose. Hai tante di quelle sfaccettature che non puoi definirle in un unico colore. Presente un prisma? Il prisma riflette la luce e crea l’arcobaleno. Tanti colori. Tu hai tante facce, o sfaccettature, tanti Leonardo dentro di te, che ti rendono diverso ogni giorno, ogni momento. O almeno, questa è l'impressione che ho avuto di te. Ci sono persone che non sono fatte per legarsi a un solo colore».
Elena ha Davide, un noioso informatico con il quale parla poco. Leonardo ha Massimo, un collega attore, che lo ha aiutato a superare un momento difficile. Tra scambi di favori, figuracce al karaoke, gite turistiche tra lo splendore dell’architettura nostrana, da Firenze, a Torino, a Milano, a Verona, chiacchiere infinite, tradimenti, amici e amiche troppo invadenti, si sviluppa una storia dal finale tutt'altro che scontato.
Sarò sincera, inizialmente ho pensato: “ma questa Elena quanto parla?”
Troppo. Decisamente troppo. I voli pindarici cui ci abitua durante le sue conversazioni con Leonardo, spesso e volentieri, sono difficili da seguire. Poi ci si abitua. Quasi ci si aspetta che faccia una delle sue solite uscite. Da parte sua, Leonardo, che ha subìto un grave lutto, per il quale soffre ancora molto, è un grande ascoltatore, l’orecchio giusto per una chiacchierona come Elena. E’ affascinato da questa donna che un momento prima sembra dura come la roccia, l’attimo dopo si perde con lo sguardo nel vuoto, guardando il panorama e sognando cascine in cui vivere, mentre legge Via col vento sul suo E-reader.
Avrebbe voluto essere al suo posto, perso in qualche altra storia, che non fosse la sua. Le aveva fatto una domanda e da lì lei era partita in quarta, a dire cose quando interessanti, quando semplici ma raccontate in modo particolare. A parte le barbie, certo. Le Barbie. Cosa c’entravano con lei? Sembrava rigida, cinica, disillusa, poi guardava fuori dalla finestra, o diceva una frase particolare, e rivelava un’altra persona. Era un soggetto interessante.
E’ proprio dall'utilità della tecnologia e del suo vantaggio o meno rispetto al cartaceo, nasce la loro conversazione, che scorre tra aneddoti, racconti e passioni, fino a Firenze. I due dovrebbero dividersi in teoria, ma non è così.
Ci ho messo molto tempo ad affezionarmi ai due personaggi e non sono davvero sicura di averlo fatto. Ho apprezzato tantissimo il talento dell’autrice nel descrivere i luoghi visitati, spesso si aveva davvero l’impressione di essere lì, come nel caso dell’abside di Bramante nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro a Milano. Gli studi dell’autrice devono aver per forza di cose inciso su questa sua bravura descrittiva. Ma all'inizio ho avuto molta difficoltà nel proseguire la lettura. Tendevo a perdermi tra le mille chiacchiere di Elena, il cui filtro bocca-cervello, deve essere rimasto a Milano prima di salire sul treno per Firenze. La particolarità della donna, forse la sua unicità, sta proprio nel suo comportarsi diversamente rispetto allo stuolo di fans che seguono il bello e tenebroso Leonardo, ed è forse questo che lo attrae maggiormente. L’idea di essere trattato come una persona normale, laddove tutti lo osannano, deve essere una tentazione troppo forte per fargli abbandonare l’idea di vivere questo strano rapporto. Perché è davvero strano. Io non ho mai creduto nell'amicizia tra uomo e donna, almeno non in questo tipo di amicizia. Prima o poi, uno dei due, perde la testa. Così succede ad Elena, la quale – innamorata prima del personaggio e poi dell’uomo – confessa i propri sentimenti a Leonardo.
«Come lo capisci? Che sei innamorato.»«Non c’è un manuale. Semplicemente, te ne accorgi».«Nessun segnale?»«Non puoi farne a meno. Forse è quello il segnale. Non viene a comando, semplicemente non puoi più stare senza quella persona, nel bene o nel male. Perché l’amore può essere anche sofferenza. In questo caso non può durare più di tanto, ma provare anche solo la sofferenza dell’amore è sempre meglio che non provarne affatto. La cosa più bella è quando l’amore ti rende felice, completo, ti riempie. Ti senti pieno e leggero al tempo stesso. Ecco, quando ti viene da pensare, “Potrei anche morire in questo momento, ma morirei felice perché so che ho provato la cosa più grande che potessi provare”, allora sei innamorato e felice. Sei all’apice. Non dura in eterno, sappilo, ma all’inizio è così».
Ma lui è fidanzato con un uomo, e lei convive da dieci anni. Come fare quindi?
Eliana Ciccopiedi nasce a Milano. Laureata presso al Politecnico di Milano capendo, però che l’architettura è qualcosa che non l’appassiona come la lettura e la scrittura. “E se...” è il suo romanzo d'esordio, pubblicato presso Lettere Animate Editore.
Grazie mille a Liliana e al blog per la recensione. È proprio questo il punto: Elena ha lasciato il filtro cervello-bocca a Milano, insieme a tutti gli altri filtri che, quando prima quando dopo, crollano tutti, grazie a Leonardo. Spero che se leggerai il seguito avrai modo di legarti di più a quei due ragazzi. Non c'è niente di peggio che arrivare alla fine di un romanzo, senza sentire la mancanza dei protagonisti, vero? Grazie, alla prossima!
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