Elena Caraini è stata sfortunata in amore, tradita, delusa, vittima di una famiglia che non ha potuto scegliere, di uno stile di vita che non ama, ha un padre, un fratello, una tenuta, soldi, potere, rispetto, è la figlia del capo clan, è “intoccabile” ma tutto questo non è un vantaggio, ha dei sogni che nessuno considera, perché lei è “solo una donna”, vittima di una mentalità ristretta, di un ruolo che non ha scelto, che non vuole, mafiosa per definizione, vittima nella realtà.
Ma l’imprevisto è in agguato, non ha idea che colui che più le è vicino sta per tradirla, non sa che l'hanno condannata senza possibilità d'appello.
«Tempo scaduto, la tua lealtà non è più sicura. Sai bene che non tollero infedeltà, non ho accettato che a sgarrare fosse Elena, tantomeno posso accettarlo da te. Dammi il nome del traditore e indietreggia, di almeno quattro passi.»
E a quel punto l’unica via di salvezza sarà la fuga, un altro nome, un’altra vita, un futuro tutto da scrivere, un’altra città.
E sarà lì che troverà una mano tesa, la speranza di un futuro sereno, una pagina bianca.
I capelli attaccati al viso, l’acqua che scivolava sul suo viso e sulle sue ciglia, i vestiti erano già appiccicati al suo corpo, arrivò alla macchina e si rese conto che era stata una stupida: era chiusa, e lei non aveva le chiavi, appoggiò entrambe le mani sullo sportello, abbassando la testa, sperò di fare in tempo a tornare dentro e trovare le chiavi, ma prima ancora che potesse finire di formulare il pensiero la mano di lui si chiuse sul suo polso, facendola girare. Era fradicio come lei, ma lo sguardo era limpido, non era arrabbiato. Lei era pronta a una sfuriata, memore delle sue esperienze precedenti, e si stupì leggendo preoccupazione nei suoi occhi, la pioggia era talmente forte che rimbombava contro le foglie e contro il terreno.
Ma a volte fuggire non serve, a volte il passato ritorna e a quel punto cosa succederà?
«Perché sei teso?»
«Non lo so, mi era sembrato di vedere dei fari.»
Riccardo le sfiorò le labbra con le sue, con una dolcezza infinita. Mai nessuno le aveva trasmesso tanto in una frazione di secondo, mai nulla le era sembrato così dolce, lui si allontanò appena, lei lo fissò, con la vista appannata, poi lei lo afferrò per la nuca e prese l'iniziativa, catturandogli le labbra in un bacio intrigante, Riccardo affondò le mani nei capelli di lei, poi una la liberò e la fece scivolare lungo la sua guancia, il suo collo, la mano mossa di volontà propria scese, lungo il fianco di lei, si insinuò sotto il maglioncino, le sfiorò la pelle calda, la sentì muoversi, vibrare sotto il suo tocco.
«Ok, basta, mi arrendo, non ci riesco. Non sono capace, sono sgraziata.»
Si alzò a fatica e dandogli le spalle si avviò decisa verso lo spogliatoio. Riccardo rimase fermo in mezzo alla sala, poi si avviò verso di lei, afferrandole il braccio, la fece girare verso di sé.
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