lunedì 21 ottobre 2019

TAP THAT di Jennifer Blackwood e RC Boldt




La birra non è l'unica cosa che deve essere tenuta sotto controllo.



CALLIE

Ho un segreto per il quale verrò licenziata, se il mio capo dovesse scoprirlo... ma non dovrebbe essere un problema, se non fosse per il mio collega, Reid Morgan.

È arrogante, esasperante e ha una bocca calda e sexy come il peccato, che mi fa venire voglia di prenderlo a schiaffi e di sciogliermi sul materasso.

Ora che ha scoperto il mio segreto, sta facendo tutto il possibile per portarmi via il lavoro.


REID
Ho un problema: la mia collega, alta quanto mezza pinta di birra e con una bocca sputafuoco, che è pronta a soffiarmi la mia promozione.
È esasperante, sexy da morire e non riesco proprio a toglierle le mani di dosso.
Ora stiamo entrambi gareggiando per la stessa posizione… e solo uno di noi potrà ottenerla.

Protagonisti di questa storia firmata Quixote, Callie e Reid, due personaggi a dir poco affascinanti presi singolarmente e non quando sono vicini. Perché? In quel caso volano scintille!

La famiglia di Callie non è una di quelle facili, anzi, tutt'altro. Ha dovuto lottare con le unghie e con i denti per avere il suo spazio nel mondo, uno spazio che le verrà presto tolto se non dimostrerà di riuscire a tenersi quel posto di lavoro come manager.
Un posto per il quale lei prima è in prova, ben inteso, perché dal momento in cui è entrata nel Tap That, tutto ciò che è uscito dalla sua bocca è stato a dir poco… strabiliante ed evasivo.

L'unica pecca?
Reid.
Il suo collega.
Il barista del Tap That, conoscitore di birre (ve l'ho detto che è il piatto forte di quel locale?) nonché, a quanto pare, suo acerrimo nemico.

«Se è così…» Piantala Callie, non passare il segno, non andare oltre. Si avvicina e mi sovrasta, e ignoro la vocina nel retro della mia testa che dice: Ragazza, questo a letto ti schiaccia. «Chiariamo subito una cosa: tu non mi piaci, non devi piacermi e, come è vero che esiste l’inferno, non meriti di stare qui.»

Reid ha lavorato sodo per arrivare dove è arrivato e già si immaginava che gli bastasse letteralmente un soffio per entrare in lista per quel ruolo tanto ambito, quello che l'avrebbe portato non solo a guadagnare di più, ma anche a ottenere una gratificazione personale maggiore.
Immaginava tutto questo e molto più.
Solo, non immaginava Callie.
All'inizio dire quanto fosse antipatico con lei sarebbe un eufemismo, dire che non avesse la lingua tagliente come un rasoio sarebbe un complimento.


«Devi ammetterlo.» Abbasso ancora di più la testa, assicurandomi che non abbia altra scelta che incontrare il mio sguardo. «Tu non appartieni a questo posto e non sei tagliata per questo lavoro.» «Posso farcela.» La sua risposta esce un po’ sommessa. «E ce la farò.»


Eppure, alla fine, giorno dopo giorno, i due arrivano a scoprire qualcosa in più l'uno dell'altra, arrivano a comprendere talvolta i meccanismi dietro i quali si nascondono, a vedere oltre la maschera che indossano, senza contare che, presto o tardi, la realtà si sarebbe scontrata contro la loro bolla, portandoli a prendere una decisione alquanto drastica.
Non si può fuggire per sempre ai propri doveri, alle proprie bugie, a qualsiasi cosa ci abbia portato a compiere quel passo falso. Presto o tardi la realtà ti chiederà il conto e starà a te decidere se giocare d'anticipo o meno.
Un po' come quello che capiterà ai nostri protagonisti.

Tap that, opera scritta dal duo Jennifer Blackwood e RC Boldt, è un romance contemporaneo dallo stile accattivante, i pov alterni, sebbene narrati in prima persona, non rendono mai la lettura noiosa, anzi (e ve lo dice una che non ama tanto la narrazione in prima persona)!
Lo stile non cade mai nel prolisso, così come le battute tra i personaggi non sono mai banali o intuitive e il modo in cui viene descritta Callie, talvolta, è spassoso al punto che è impossibile non strappare un sorriso al lettore.
Però tranquille, c'è la testa dura di Reid a farle da controparte e una cosa va detta, a lui avreste voglia di aprire la testa a metà.
Ad ogni modo, non potevo trovare lettura più piacevole con la quale passare il mio compleanno, posso giurarvelo.
Primo libro che leggo di queste autrici e di sicuro non sarà l'ultimo.



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