I guai non vengono mai soli, per Vera: oltre a un
divorzio sofferto e una figlia problematica, si aggiunge anche un piccolo
problema di salute, ma sarà proprio quest’ultimo a guidarla verso la sua
rinascita …
Vera è una psicoterapeuta ironica e affascinante, che dopo il divorzio sta
ancora fronteggiando i suoi problemi personali di sfiducia verso il mondo, e
deve cercare di recuperare un rapporto difficile con la sua unica figlia. La
notizia che deve sottoporsi a un piccolo intervento chirurgico sembra
l’ennesima preoccupazione che si aggiunge alle altre in un periodo complicato,
ma in realtà questo contrattempo segnerà l’inizio di una serie di eventi
travolgenti, in grado di cambiare radicalmente la sua vita e di completare la
sua guarigione interiore. Grazie all’amore, naturalmente …
D’oro e d’argento narra la storia di Vera, una
quarantacinquenne reduce da un brutto divorzio, che cerca di riprendere in mano
le redini della sua vita. Ha il suo lavoro, un’amicizia sincera con Guido, una
figlia, Bianca, con cui ha un pessimo rapporto. Il suo lavoro come
psicoterapeuta le dà molte soddisfazioni, in un momento della propria vita in
cui si traggono bilanci e si fanno nuovi progetti, con dalla propria parte l’esperienza di vita che la aiuta a scegliere in maniera più consapevole.
Durante un controllo dal suo dermatologo di fiducia scopre che un neo è da
togliere ed analizzare… la cosa la preoccupa anche se non è la prima volta.
Durante l’intervento conosce un chirurgo plastico, Marco, più giovane di lei di una decina d’anni e decisamente bello. Inizialmente lei davanti ai suoi modi eccessivamente confidenziali si innervosisce e lo giudica poco benignamente. Ma nuovi incontri la portano a rivalutare lui e ciò che le suscita. Devo dire che pur essendo un racconto breve è davvero ben scritto e molto realistico. Vera rappresenta perfettamente la donna in carriera, con un passato ingombrante alle spalle, che nel mezzo del cammin della sua vita si trova a oltrepassare la selva oscura delle paure, dei pregiudizi, dei rapporti familiari che devono evolversi per arrivare ad una crescita sia personale che comune. A volte si scopre che questa crescita passa attraverso la contrapposizione e il chiarimento “senza mezzi termini” anziché attraverso il lasciar correre. Ma la sua remora più grande è proprio l’amore, sia per le esperienze pregresse, sia per quanto riguarda la differenza d’età che le fa valutare la situazione come impossibile nonostante i segnali di coinvolgimento da parte di entrambi siano molto forti. Marco ben rappresenta l’uomo giovane ma realizzato nel lavoro, che cerca qualcosa di più della storiella banale, che viene attratto da una donna più matura e affascinante e si dimostra all’altezza della situazione.
Durante l’intervento conosce un chirurgo plastico, Marco, più giovane di lei di una decina d’anni e decisamente bello. Inizialmente lei davanti ai suoi modi eccessivamente confidenziali si innervosisce e lo giudica poco benignamente. Ma nuovi incontri la portano a rivalutare lui e ciò che le suscita. Devo dire che pur essendo un racconto breve è davvero ben scritto e molto realistico. Vera rappresenta perfettamente la donna in carriera, con un passato ingombrante alle spalle, che nel mezzo del cammin della sua vita si trova a oltrepassare la selva oscura delle paure, dei pregiudizi, dei rapporti familiari che devono evolversi per arrivare ad una crescita sia personale che comune. A volte si scopre che questa crescita passa attraverso la contrapposizione e il chiarimento “senza mezzi termini” anziché attraverso il lasciar correre. Ma la sua remora più grande è proprio l’amore, sia per le esperienze pregresse, sia per quanto riguarda la differenza d’età che le fa valutare la situazione come impossibile nonostante i segnali di coinvolgimento da parte di entrambi siano molto forti. Marco ben rappresenta l’uomo giovane ma realizzato nel lavoro, che cerca qualcosa di più della storiella banale, che viene attratto da una donna più matura e affascinante e si dimostra all’altezza della situazione.
Fatto. Ho un appuntamento con uno splendido trentenne. Le veniva da ridere come una stupida, senza motivo. Si mise persino a saltellare per casa, fino a che non si intercettò allo specchio, con la coda dell’occhio, e si ricordò. Che aveva quarantacinque anni, i capelli grigi, antiche cicatrici sul cuore, una recente sul seno, un istologico in sospeso, e Guido che stava per trasferirsi. Si sentiva persino un po’ mignotta, e ridicola.
Questa storia ci mostra alla fine quanto l’amore con il
suo alternarsi di emozioni, batticuori, non badi a nulla se non a se stesso.
Tutte le differenze, di età , di sesso, vengono azzerate al suo cospetto. La
stile è semplice e divertente, quanto le emozioni evocate sono delicate e
complesse. Mi complimento con la scrittrice per aver reso bene queste
contraddizioni ed essere stata ben in equilibrio su quel filo sottile.
Lidia Calvano è medico e psicoterapeuta. Vive a Roma, col marito e
la figlia adolescente, in una casa piena all’inverosimile di libri e di
computer. Scrive poesie, racconti e aforismi; è appassionata di carte da
divinazione, ed è coautrice del saggio Il Matto, il Mago, il Mondo, sull’uso
introspettivo dei Tarocchi. Ha scritto articoli di astrologia psicologica sulle
principali riviste nazionali dedicate allo studio degli astri e
dell’esoterismo. Con questo racconto lungo si cimenta per la prima volta nel
genere romance.
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