lunedì 21 dicembre 2015

NON LASCIARMI MAI INDIETRO (Anime in gioco #1) di Emiliana De Vico


Lorenza Garbi non è pronta per incontrare Davide Riva. Non ha la necessaria esperienza per comprendere un uomo complesso come lui. Non sa trovare il modo giusto per averne l’alleanza che tanto le serve per un progetto di lavoro. Non sa neanche spiegarsi perché la tratti con freddezza. Lorenza non è la donna giusta per avvicinarsi a lui. Sa irritarlo, portarlo al limite, e con un semplice sguardo riesce a insultarlo. 
Davide Riva è un ex giocatore di basket, ex campione della nazionale italiana, ex uomo dal futuro brillante. L’incidente sportivo di cui è stato vittima gli ha tolto tutto, riuscendo a piegarlo. Il Davide Riva che Lorenza incontra è ormai un uomo sul punto di spezzarsi. Eppure sa blandirla, disorientarla, sconvolgerla ed è l’unico che può aiutarla. 
Posso combattersi, ignorarsi, fuggire e lasciarsi indietro, ma potranno mai amarsi completamente due persone tanto diverse tra loro?
Se le persone rispecchiassero il lavoro che svolgono nella vita di tutti i giorni, penso che in pochi riuscirebbero ad indovinare di primo acchito cosa sia in realtà Lorenza.
Perché? Con la sua indole introversa, una dolcezza che contrasta con la sua schiettezza talvolta ingenua, mai nessuno potrebbe pensare che la ragazza sia un'assistente sociale, un mestiere che, volente o nolente, porta ad indossare maschere, a mostrarsi ai pazienti solo piccole dosi, cercando di mettere la propria persona dietro ad un muro invalicabile, in maniera tale da mantenere il proprio cuore al sicuro.
Proprio come un cavaliere che si riveste con la propria armatura, lei indossa ogni giorno un camice che la protegge quasi dalla realtà di quel mestiere.
Raramente si riescono a mantenere le distanze, soprattutto quando le viene dato un incarico complesso, che la mette in seria crisi poiché, per una volta, sembra non riuscire a parlare la lingua di Alessio Mancini, il ragazzo che han posto sotto la sua sorveglianza. Un ragazzo che fino a poco tempo fa aveva una vita come tante altre, i sogni di tutti gli adolescenti ed anche tutte le loro limitazioni che, come un colpo di spugna su una lavagna, vengono cancellate tutte, una dopo l'altra, in seguito ad un incidente che lo ha privato di una gamba.


– Siamo alla sua quarta seduta di fisioterapia e non sono riuscita neanche a toccargli il moncherino. Mi ha detto solo qualche vaffanculo. – Si scosta la frangia dalla fronte. Ha sempre i capelli trattenuti in una coda. Ma la severità della pettinatura non minimizza l’armonia del suo profilo.
– Mi sembra normale che…
– No, non è normale. – Gli occhi di Chiara mi ungono di incompetenza. – Perché non si incazza? Perché non maledice il giorno in cui l’auto lo ha spiaccicato contro la base della statua di San Francesco? Perché non bestemmia ogni Santo in Paradiso per non averlo protetto?

Sembra assurdo che un ragazzo del genere abbia deciso di mollare tutto, addirittura la sua stessa vita, i suoi sogni, scegliendo di vivere passivamente, come uno spettatore che guarda un film con occhi distaccati.
Cosa le rimane se non provare il tutto per tutto?
E questo Jolly, questo asso vincente, ha un nome: Davide Riva.
Ex stella nascente, ex giocatore di basket, ex campione della nazionale. Un astro nascente, un sogno che aveva iniziato a prendere forma e subito stroncato sul campo da basket, come per qualche perverso senso del divertimento divino.
Proprio perché l'uomo è dotato di senso dell'adattamento, Davide come una fenice rinata dalle proprie ceneri, ha imparato che nonostante le sue menomazioni, pochi sono i limiti che la vita gli può tuttora imporre.
Chi meglio di lui può dare la giusta grinta al caso di Lorenza? Chi può capirlo meglio di una persona che ha affrontato i suoi stessi problemi, le stesse delusioni inflittagli da un destino beffardo e ingannatore, che con una mano sembra regalarti il mondo per poi farti cadere nel più buio degli abissi?
Per il nostro campione non esiste quasi più nulla che non possa sconfiggere e superare.
Guidare? Problema risolto, esistono i comandi dal volante. Giocare a basket? Ha fondato una squadra di giocatori in carrozzella. Far conquiste? Ha solo gli arti inferiori insensibili, ma il suo fascino rende quel dettaglio quasi insignificante.
Quest'uomo ha fatto, non con poche difficoltà, della sua menomazione un punto di forza, come un braccio, un dito o i capelli, anche la sua carrozzella è divenuta parte di lui, della sua essenza.
Inutile continuare a maledire il giorno in cui tutto ha avuto inizio, quello è solo che un ricordo, un pezzo della sua storia ma che non la rende l'unico dettaglio degno di importanza.


Non è difficile. Il contatto non richiede un grande sforzo ma guardarlo negli occhi amplifica la semplice percezione tattile, e all’interno del marrone delle iridi il puntino nero della pupilla è più grande, languido.
– Così, un pezzetto per volta – gli dico, senza sapere cosa significhi.
– Procedi pure come vuoi.
– Mi lasci il comando?
– Non mi sembra di poter fare diversamente.
– Ti sottometti a me?
– No, ti lascio il tempo che ti serve. Poi sarai tu a sottometterti a me.

Se dapprima fra i due sembravano volare altro che scintille, dopo un'uscita assieme, nel mondo di lui, le cose presto saranno destinate a cambiare.
Sarà poi la stessa Lorenza che, poco a poco, imparerà a vederlo come uomo, nella sua interezza, a guardarlo con occhi diversi, con uno sguardo cui la compassione, mano a mano che si conoscono, svanisce per lasciare posto ad un amore così improvviso da lasciare loro stessi sorpresi di fronte a ciò che sentono.
E Davide, il nostro combattente, imparerà che nessuna corazza può durare in eterno, che pure il suo cuore, che credeva sopito da tempo, batte con forza, accogliendo quelle cure e quei sentimenti come un fiore che sboccia sotto la carezza del sole di primo mattino.
Le apparenze spesso ingannano e un cuore dall'animo dolce e così fragile non può non nascondersi nei reconditi più inaspettati.
La forza e l'impegno che mettono per infondere nuovamente la voglia di vivere ad Alessio riusciranno a metterla anche in quel sentimento dall'apparenza fragile, o combatteranno con le unghie e con i denti quell'emozione che via via diviene sempre più forte?


– Non farlo, Lorenza, non sei tenuta a toccarmi.
– Smetterò se non ti piace. Mi senti? Se ti prendo così, percepisci qualcosa? – Scende con la bocca al collo del piede, risale sul polpaccio. Vorrei dirle di sì, vorrei accontentarla. – No, ma vederti mi ricorda le sensazioni che dovrei provare. Le sento nella testa, non sugli arti.
– Quindi… ti piace?
Come potrebbe non piacermi quando è lei che tiene tra le mani i nervi della mia anima stimolandoli come vuole? – Sì, tesoro, mi piace.

Un romanzo capace di far vibrare le corde del cuore, in grado di mostrare una realtà che spesso viene celata, o almeno in molte opere. Una storia che racconta un problema che spesso ci si pone quando si vedono alcune persone colpite da un incidente che ha cambiato la loro vita ma che, nonostante questo, continuano a viverla a trecento sessanta gradi, creandosi una famiglia, avendo figli e tenendo fra le loro mani un futuro fragile in cui stanno investendo loro stessi.
Spesso mi è capitato di incrociare gli sguardi di coloro che pur vivendo questa problematica, andavano mano nella mano con la loro compagna, tenendo i loro figli sulle gambe e chiedendomi spesso come le loro metà riuscissero a sostenerli in ogni ambito della loro vita, mettendo da parte quel senso che ogni donna ha dentro di sé, quello di proteggere fino all'ultimo, di lottare per il proprio uomo, per il futuro cui stanno dando vita insieme. Proprio qui, in quest'opera, ho avuto una spiegazione per queste domande che spesso affollano la mia mente, fatte più incessanti dopo un incontro in un albergo con una squadra di paraplegici che sfoggiavano sorrisi da far invidiare molte persone. Talvolta mi chiedevo come fosse possibile sorridere di fronte a questa avversità ed è fra queste pagine che ho avuto una risposta.
Un libro che consiglio per chi, come me, ama vedere la vita in ogni sua prospettiva, capendone anche le sfumature che spesso vengono celate agli animi dei molti, creando così un romance che lascerà con il fiato trattenuto per molte pagine, un sorriso farà capolino sul volto quando meno ve lo aspettate e, sicuramente, il vostro cuore non potrà non fare una capriola nel petto come nel mio caso.
Ora non mi resta che augurarvi buona lettura a tutte voi sperando di non avervi annoiato troppo!



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