Non c'è gusto senza te
di Gloria Brolatti e Edy Tassi
Genere: food romance contemporaneo
Data di uscita: 10 novembre 2016
Editore: HarperCollins Italia S.p.A.
Cos'hanno in comune una pasta alla Norma destrutturata e delle frittelle di zucchine? Un'ostia di polpo e un biscotto al cioccolato?
Niente.
Proprio come lo chef Massimiliano Vialardi e la foodblogger Caterina Malena.
Lui propone una cucina dal forte impatto estetico, estremamente raffinata e algida. Lei dispensa ricette e consigli ereditati dalla nonna pugliese, pensati per donne che non hanno tempo di trascorrere mezza giornata in cucina "per rendere sferico il fumetto di pesce".
Eppure Caterina e Massimiliano dovranno imparare a collaborare per realizzare un progetto top secret, che potrebbe rappresentare la soluzione ai loro problemi. Caterina, infatti, ha perso il lavoro, ma la sua famiglia non lo sa e non lo deve sapere. Massimiliano, invece, ha bisogno di nuovi locali perché la madre ha deciso di trasformare il suo ristorante in una galleria d'arte temporanea.
Così, anche se è l'ultima cosa che vorrebbero fare, i due si ritrovano a cucinare insieme, chiusi in una villa dove andare d'accordo sembra impossibile.
Tra Milano, Cisternino di Brindisi e l'Oltrepo Pavese; tra programmi televisivi, battibecchi, tradimenti e impreviste riappacificazioni, la schermaglia, nata dosando ingredienti e sguardi davanti alle telecamere, si trasforma fra le mura della villa in una storia che cuoce a fuoco lento, profuma di cacao, ha un lato dolce tutto da scoprire... e lascia in bocca il gusto persistente dell'amore.
All’interno, XX ricette golose e facili, tratte dal blog Trafelate in cucina
ATTENZIONE!
Si sconsiglia vivamente la lettura a tutti quelli che sono a dieta o che sono afflitti da fame epocale al momento.
Questa non è un'esercitazione. Ripeto, questa non è un'esercitazione!
Nordico e attraente chef di un rinomato ristorante gourmet si incontra (e si scontra, anche!) con procace foodblogger di origini pugliesi fan della cucina semplice e casalinga.
Potrebbe essere senza dubbio il titolo alternativo di questo gustoso romanzo.
Giusto per rimanere in tema, ho DIVORATO letteralmente questo romanzo in poche ore.
Punto primo, la struttura è davvero originale e piacevole.
Punto secondo, i dialoghi sono leggeri ma tutt'altro che banali.
Punto terzo, e DICIAMOLO, Massimiliano Vialardi è un figo pazzesco.
Ho citato la particolarità della struttura al primo posto proprio perché credo sia ciò che rende il romanzo diverso da altre letture simili.
Ogni capitolo comincia con uno dei post culinari (con tanto di commenti finali dei follower!) pubblicati sul blog di Caterina Malena, "TRAFELATE IN CUCINA". Vere e proprie ricette da acquolina in bocca che rendono questo brillante romance anche un utile libro di ricette. Lo adoro!
Caterina è una donna di trent'anni tirata su a pane e amore, come la maggior parte degli abitanti dei piccoli paesi del Sud-Italia. La cucina non è la sua sola passione, però, infatti fino a pochi mesi prima Caterina lavorava come giornalista per una rivista di Milano.
In seguito al licenziamento, per non deludere la sua famiglia alla quale è molto legata e che si aspetta grandi cose da lei, Caterina decide di fare una scelta: tacere la sua nuova condizione di disoccupata e gettarsi a capofitto nel suo blog, fra l'invio di un curriculum e l'altro.
"TRAFELATE IN CUCINA" si rivela molto più di una valvola di sfogo poiché è proprio grazie ad uno sei suoi post, nel quale critica aspramente la quantità esigua di cibo che viene servita nei ristoranti stellati, che Caterina conosce Massimiliano Vialardi.
I loro botta e risposta umoristici e pepati non passano certo inosservati, diventando il tema principale del programma Piccoli Piaceri Quotidiani, programma TV al quale entrambi vengono invitati e messi in competizione l'uno contro l'altra per decretare il numero uno.
Caterina è molto differente alle donne a cui Massimiliano è abituato. In realtà, per quanto davvero attraente, il nostro baldo chef è piuttosto snob e di sicuro ostico da avvicinare. Per fortuna il personaggio di Caterina è stato "costruito" apposta per tenere testa alla sua arroganza e per non far storcere il naso di fronte a una loro ipotetica liaison.
Massimiliano la studiò per qualche istante. Sollevò una mano e le sfiorò la clavicola. Poi si osservò il polpastrello, sporco di impasto. «Visto che hai vinto, sono obbligato ad assaggiare.» Si portò il dito alle labbra e lo succhiò. «Dolce» stabilì, dopo aver finto di pensarci su, ma non sembrava un complimento. Caterina sentiva il cuore martellarle alla base del collo. Aveva due alternative: ignorare la sua arroganza o reagire. Di ignorarlo, non se ne parlava nemmeno, visto che, dopo averla criticata a ogni occasione, ora cercava di prevaricarla su un piano sessuale. Alzò a sua volta una mano e gli sfiorò lo zigomo, dove anche Massimiliano aveva uno sbaffo di pastella al cioccolato. «Amaro» replicò, dopo averlo leccato via. E vide il suo sguardo stringersi.
Entrando nel vivo del romanzo, scopriamo qualcosa in più anche sull'abbottonato Massimiliano. C'è sempre un perché a giustificare i caratteri chiusi e scostanti. L'adone biondo dagli occhi di lapislazzulo non fa eccezione. È nel difficile rapporto fra Massimiliano e la madre Lucrezia che si nasconde il motivo della sua mania di perfezionismo, il costante bisogno di essere meglio di tutti gli altri per compiacerla.
Tempo fa ho letto una frase. Diceva che ci sono molti modi per dire a una persona che gli vogliamo bene; fra queste, al primo posto, c'era "Hai mangiato?". In NON C'È GUSTO SENZA TE spicca la visione del cibo come simbolo dell'amore materno, ma la cucina prende anche un doppio significato quando si aggiunge anche l'idea di arte. Mi trovo d'accordo con entrambe le interpretazioni e ho trovato geniale il modo in cui le storie dei due protagonisti si intrecciano per dimostrare entrambe le versioni.
Ormai, quando la vedeva china su un impasto non sapeva più se rimproverarla perché aveva messo troppo o troppo poco sale, oppure sistemarle un ricciolo dietro l'orecchio, accarezzandola per scoprire se quel tocco l'avrebbe fatta rabbrividire. Voleva vedere se la sua pelle si sarebbe increspata di brividi, fino a che punto il suo sguardo avrebbe potuto illanguidirsi e le sue guance scaldarsi di eccitazione. Avrebbe voluto vedere che effetto aveva su di lei una semplice carezza, per immaginarsi tutto il resto. Tipo la reazione chimica che si sarebbe verificata nel suo corpo, come succedeva quando gli ingredienti giusti si amalgamavano in un piatto perfetto.
Cos'altro ho trovato di geniale? Il personaggio di Anna, l'ultima componente del trio assoldato per il progetto di sviluppo della linea di prodotti "Alto Cioccolato".
Anna è il personaggio "reale" di questo romanzo. Nella sua vita romanzata ho letto molto di quanto si lamentano notte e giorno le donne della sua età che conosco personalmente, intrappolate da figli, casa e mariti che danno per scontate le loro azioni (che personalmente trovo vere e proprie gesta eroiche).
Le scene erotiche sono sobrie (finalmente!) ma incisive, il cibo diventa un ulteriore strumento in mano a Massimiliano. Leggere e gustare per credere ;-)
Uh ragazze, ma che meraviglia di recensione!!! Leggendola ho pensato: ma davvero abbiamo scritto noi questo popò di libro? A parte gli scherzi, per me è un grandissimo piacere vedere che la nostra storia ha riscosso questo apprezzamento. Gloria sarà felicissima di sapere che la sua Anna (perché Anna è proprio un personaggio che ha voluto lei!) vi è piaciuto tanto.
RispondiEliminaGrazie di cuore. In una giornata trafelata...la vostra recensione è una coccola che mi ha ridato la carica per ripartire. Meglio di un Pocket Coffee, per rimanere in tema di cioccolato. Un bacio a tutte!