Dakota Cadotte è solo e in fuga. Scacciato dall’Alpha del suo branco per il fatto di essere gay, si arrangia da solo nella zona selvaggia del Parco di Denali. Quando si avventura troppo lontano dalle aree sicure, finisce dritto sul percorso di un furgone sull’autostrada e dritto tra le braccia di Sam Waters. Come uomo e lupo si piacciono all’istante, ma Dakota teme che Sam non sarà comprensivo quando vedrà che cosa è realmente. Quando cambia forma davanti a lui scatta la scintilla, ma il passato di Dakota e il branco minacciano quel rapporto appena iniziato.
Siamo al terzo capitolo della serie dedicata ad uno dei mercenari del non A-Team del Generale. Questa volta c’è una decisa variazione di registro, ma purtroppo alcune cose non sono cambiate rispetto ai libri precedenti. Mio malgrado ho continuato a notare che la scrittura è piuttosto confusa e poco lineare, il pov cambia da una riga all’altra e ci si ritrova a dover rileggere lo stesso paragrafo per capire chi stia svolgendo l’azione e di chi sia il punto di vista.
A parte la questione puramente legata a sintassi e scrittura, mi domando come mai, dopo due libri l’autrice abbia voluto inserire l’elemento paranormale in una serie che non aveva alcuna tendenza in quel senso. Sono comunque stati divertenti i riferimenti scherzosi a Twilight una volta che Dakota scopre che Sam è originario proprio di Forks.
Ad essere sincera non mi è dispiaciuta la storia in sé anche se ovviamente il colpo di fulmine e il dichiararsi amore eterno dopo pochi giorni di conoscenza sono ridicoli, ma almeno in un contesto di licantropi c’è la scusa di aver trovato il compagno predestinato. «Beh, io sono Sam. Penso che dovremmo presentarci, dato che ti ho ficcato la lingua in gola.» Questa è la battuta d’esordio di Sam quando riesce ad incontrare nuovamente il misterioso giovane che ha salvato da una rissa e che l’ha travolto con un bacio inaspettato. Non propriamente quello che ci si aspetterebbe da un gentleman, ma adesso vanno di moda gli uomini rudi e sboccati. Non che Dakota sia un fiore di campo, ma viste le esperienze passate, nei suoi panni io ci sarei andata con i piedi di piombo…
Ad ogni modo, lo svolgersi degli eventi è scorrevole anche se essendo solo un centinaio di pagine molti particolari vengono tralasciati e non vengono approfondite le vicende personali dei protagonisti, la cui conoscenza si limita soprattutto alla sfera sessuale.
Davvero, non voglio essere critica perché poi il libro si lascia leggere, ma continuo a sperare che, andando avanti, l’autrice riuscirà a migliorarsi e a spendere qualche riga in più nel background dei personaggi, nelle loro storie di vita vissuta e nel farli conoscere un minimo prima di decidere di convolare a giuste nozze.
Dakota si appoggiò allo schienale e pensò a come era stato baciare Sam, come si era sentito ad avere le mani dell’uomo su di sé, a quanto era stato bello essere desiderato, necessario, per un altro essere umano, a che effetto gli avesse fatto essere desiderato da Sam.
«Guardami. Pensi davvero che rimarrei sconvolto?»Sam ridacchiò. Chinandosi, lo baciò dolcemente, passandogli la lingua sul labbro inferiore.«Probabilmente no. Sono un assassino.»«Forte.»Sam lo guardò e rise. «Tutto qui?»«Io sono un lupo mannaro.» Dakota inarcò un sopracciglio.«Buon argomento.»
Era a malapena entrato in cucina quando sua madre lo assaltò con baci e abbracci. Lui la strinse forte e si tirò indietro, vedendo che aveva le lacrime agli occhi. «Che cosa c'è che non va, mamma?»Nadine sorrise; Sam aveva un'aria così felice. «È tutto quello che ogni madre desidera, vedere suo figlio felice, e tu hai l'aria così felice, piccolo. Mi piace davvero tanto. È perfetto per te, e tu lo ami.»
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