Nell'etereo mondo onirico, ci sono eroi che combattono per proteggere i sognatori e demoni che li considerano prede. Arik è un predatore, condannato dagli dèi a vivere un’eternità senza emozioni e a provarle solo nei sogni degli altri. Sogni vividi come quelli della giovane dottoressa Kafieri, che ha visto suo padre rovinare la propria carriera di studioso pur di provare che Atlantide è esistita davvero. Sul letto di morte gli ha promesso di riscattare la sua reputazione, ed è partita per la Grecia con l’obiettivo di dimostrare una volta per tutte che l’isola della leggenda era proprio lì dove suo padre sosteneva che fosse. Ma fallimenti e sfortuna l’accompagnano a ogni passo. Specialmente dopo l’incontro con uno sconosciuto che le sembra di aver già visto tante volte... nei suoi sogni! Lui è Arik, che in cambio di due settimane da umano, ha promesso agli dèi l’anima della giovane dottoressa. Ma sta per scoprire che lei rappresenta tutto ciò per cui ha voluto diventare umano...
Il sogno della notte è il primo libro pubblicato in Italia della serie dei Dream-Hunter, una serie che si muove in parallelo a quella dei nostri amati Dark-Hunter.
Questi, sono quasi tutti figli dal dio greco del sonno Morfeo e da madri umane divine ma, nonostante ciò, si considerano tutti come fratelli (Chi non è figlio di Morfeo per divenire Oneroi basta che uno dei due genitori abbia il suo sangue per prenderne i doveri e i poteri della stirpe).
La loro stirpe iniziò quando uno dei figli di Morfeo entrò nei sogni di Zeus, inducendolo a desiderare una capra. Il dio, una volta resosi conto di cosa succedeva, decise di punire non solo colui che compì il misfatto, ma anche tutta la sua discendenza, privandoli di ogni sorta di emozione che non fosse il dolore, così da poterli comandare meglio.
Gli Oneroi, appunto, divennero i “custodi” dei sogni, sia umani che divini, una sorta di valvola di sfogo per le emozioni nel mondo onirico e per loro, entrare in quel mondo, era l'unico modo per rivivere in parte le emozioni che gli furono portate via.
Queste creature possono solamente visitare i sogni ma mai prendervi parte attivamente ne tanto meno visitare più volte la stessa creatura. All'interno di questa stirpe, tuttavia, vi è una sorta di divisione in classi:
Come parte del loro castigo e per togliere loro l’idea che fossero individui di qualche valore, molti degli Oneroi delle origini erano stati spogliati dei propri nomi e forniti di altri che ne designavano il ruolo. La D’ significava che D’Alerian veniva di norma assegnato a vigilare sugli immortali, come per esempio i Cacciatori oscuri. La V’ designava invece un aiutante degli umani, da Oneroi, il nome di Arik era stato V’Arik o V’Arikos, e lo odiava perché suonava come una malattia venosa. La M’ poi, era riservata a coloro che vigilavano su tutti quanti. Molti chiamavano D’Alerian M’Alerian. Ma per ragioni che nessuno conosceva, D’Alerian continuava a usare il nome che gli avevano dato prima di ascendere al rango di comandante
Come nel caso nel caso di Katagari e Arcadici che sono le metà di una stessa mela, gli Oneroi che diventano dipendenti dalle emozioni umane diventano Skoti e pertanto vanno seguiti costantemente, poiché rischiano di diventare un pericolo per gli umani (capita infatti che gli Skoti inducano gli uomini alla pazzia o a morire).
Nel sonno, si trovò d’un tratto in piedi su una spiaggia scura, le onde orlate di bianco si infrangevano su una costa sconosciuta. Il rumore le riecheggiava nelle orecchie e le dita dei piedi affondavano nella sabbia nera e bagnata.
«Megeara.» La voce maschile era profonda e sensuale, il suo accento così esotico da scivolare su di lei come cioccolato al brandy. Intenso. Vellutato. Inebriante.
Gemette, quando il misterioso amante comparve alle sue spalle. Come al solito era bello da lasciare senza fiato, con i lunghi capelli neri arruffati dal vento e i brillanti occhi azzurri. Ogni parte del suo volto sembrava perfettamente scolpito e lo sguardo ipnotico era messo in risalto da un paio di sopracciglia nere. La cinse con le braccia abbronzate e la tirò a sé, contro il petto nudo e favoloso dai muscoli perfetti. Era divino. Seduzione assoluta.
E per il momento era tutto suo...
«Megeara.» La voce maschile era profonda e sensuale, il suo accento così esotico da scivolare su di lei come cioccolato al brandy. Intenso. Vellutato. Inebriante.
Gemette, quando il misterioso amante comparve alle sue spalle. Come al solito era bello da lasciare senza fiato, con i lunghi capelli neri arruffati dal vento e i brillanti occhi azzurri. Ogni parte del suo volto sembrava perfettamente scolpito e lo sguardo ipnotico era messo in risalto da un paio di sopracciglia nere. La cinse con le braccia abbronzate e la tirò a sé, contro il petto nudo e favoloso dai muscoli perfetti. Era divino. Seduzione assoluta.
E per il momento era tutto suo...
Arik, o Arikos originariamente, non riesce più a staccarsi dai sogni della bella Megeara, al punto da prendere in considerazione l'idea di divenire umano per poter assaporare dal vero la dolcezza di quell'umana che è riuscita a incatenare a sé un dio senza nemmeno rendersene conto.
Ed è così che il bellissimo Arik sceglie un dio, e non uno a caso, per rendergli possibile divenire umano: Ade.
Come tutti sappiamo niente nella vita viene offerto gratuitamente ed è così anche nel mondo divino. Arik accetta senza nemmeno ascoltare la condizione che gli pone Ade ed è così che si trova con le spalle al muro: due settimane da umano in cambio di un'anima. L'anima di Megeara.
Un prezzo non da poco considerando che lui vuole divenire umano proprio per lei. Peccato che il dio degli Inferi abbia in mente altri piani, poiché nemmeno gli da modo di aprire la bocca che lo getta ( e badate bene che è quanto fa) nel mondo umano.
Arik non riusciva a fare altro che fissare Megeara. Dal vivo era ancor più bella che in sogno. I suoi occhi di un azzurro profondo lo incantavano, come pure i capelli biondi e bagnati che vi cadevano sopra. La sua pelle pallida lo implorava di toccarla, proprio come la bocca socchiusa aveva bisogno dei suoi baci.
Geary, nonostante la natura dei suoi sogni, nella vita di tutti i giorni è una donna di sani principi che ha sacrificato la sua vita per veder compiersi la promessa che ha fatto a suo padre ormai morente: ritrovare Atlantide.
A causa di queste ricerche Geary ha perso tutti rimanendo praticamente sola al mondo non fosse che per qualche cugina che ama come fosse la sua vita.
Nonostante questo, però, la giovane fanciulla, grazie alla sua tenacia e ad un reperto lasciatole dal padre, è sempre più decisa a far luce su questo mistero, in modo da poter riabilitare il nome della sua famiglia, senza sapere che al suo fianco siede una persona che ha visto con i suoi occhi gli abitanti di Atlantide.
Be’, comunque, com’è il vecchio Ade?»
«È un bastardo irascibile che odia chiunque non sia Persefone.»
Be’, niente di strano. Era sua moglie, dopotutto. «E lei invece com’è?»
I lineamenti di Arik si addolcirono. «È gentile e raffinata. Minuta e timida. Molto modesta. In effetti mi ricorda molto tua cugina Tory.»
«Davvero?»
«Già, e Thia è la copia esatta di Artemide, a partire dai capelli rossi, l’altezza, l’egoismo e l’atteggiamento dispettoso.»
Per qualche motivo la cosa non la sorprendeva affatto. «Sul serio, eh? E che mi dici di me? Io somiglio a qualcuno degli dèi?»
Lui strinse le palpebre come per pensarci prima di rispondere. «Atena, non fosse che ha i capelli neri e che di solito sfoggia la sua civetta sulla spalla. Ma i vostri modi di fare sono molti simili e, proprio come te, vive una vita di astinenza.»
«Oh, cielo, grazie davvero per questo.»
Lui le sollevò la mano per baciarle le nocche. A dispetto dell’irritazione, il gesto la scaldò. «È vero, ma va bene. Mi piace questo aspetto di te.»
«Sono certa che non sia così.»
Le prese il viso tra le mani e la fissò. «Megeara, non c’è assolutamente niente di te che non mi piaccia.»
«È un bastardo irascibile che odia chiunque non sia Persefone.»
Be’, niente di strano. Era sua moglie, dopotutto. «E lei invece com’è?»
I lineamenti di Arik si addolcirono. «È gentile e raffinata. Minuta e timida. Molto modesta. In effetti mi ricorda molto tua cugina Tory.»
«Davvero?»
«Già, e Thia è la copia esatta di Artemide, a partire dai capelli rossi, l’altezza, l’egoismo e l’atteggiamento dispettoso.»
Per qualche motivo la cosa non la sorprendeva affatto. «Sul serio, eh? E che mi dici di me? Io somiglio a qualcuno degli dèi?»
Lui strinse le palpebre come per pensarci prima di rispondere. «Atena, non fosse che ha i capelli neri e che di solito sfoggia la sua civetta sulla spalla. Ma i vostri modi di fare sono molti simili e, proprio come te, vive una vita di astinenza.»
«Oh, cielo, grazie davvero per questo.»
Lui le sollevò la mano per baciarle le nocche. A dispetto dell’irritazione, il gesto la scaldò. «È vero, ma va bene. Mi piace questo aspetto di te.»
«Sono certa che non sia così.»
Le prese il viso tra le mani e la fissò. «Megeara, non c’è assolutamente niente di te che non mi piaccia.»
Due settimane basteranno a fare in modo che queste due persone, così diverse nella vita così come
nella loro natura, riescano a sviare un patto che pende come una spada di Damocle sulla loro testa?
Sherrilyn Kenyon conosce gli uomini, essendo cresciuta con otto fratelli. E sembra destinata a vivere fra maschi, visto che ora vive a Nashville, con suo marito e tre figli maschi.
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