Dopo un apparente omicidio/suicidio, i Detective Scott Turner e Will Harrison vengono mandati sotto copertura a Laurel Heights, un esclusivo complesso residenziale abitato unicamente da coppie gay.
Riusciranno i due agenti, gay non dichiarati, a nascondere l'attrazione che provano l'uno per l'altro, pensando di avere a che fare con un collega etero?
Leggendo la trama di questo libro avevo pensato ad una lettura divertente, un thriller, ma mischiato ad una commedia degli errori: la gay che si finge etero che si finge gay. Non potevo essere più fuori pista. Ho scoperto, invece, una storia profonda e ricca di emozioni anche se con qualche pizzico di umorismo perfettamente piazzato e mixato ad un alto tasso di sensualità.
I nostri protagonisti, Scott “sono talmente pieno di me che è come se avessi un gemello interno” Turner e Will “credi che non sappia quanto cazzo sono bello” Harrison, sono cane e gatto e si ritrovano a doversi fingere una coppia per una delicata indagine sotto copertura. I loro scambi di battute, colpo su colpo, sono spassosi, ma ci mettono poco ad assumere sfumature decisamente più personali.
L’autrice ci catapulta in un mondo dove le bugie e la finzione non sono solo da parte di due poliziotti in incognito, dove il dolore e la paura si annidano dove meno te lo aspetti.
Un’atmosfera angosciosa pervade il bel complesso residenziale dove Will e Scott vanno a vivere per scoprire chi sia il killer che ha freddato la coppia di precedenti inquilini.
Una lettura scorrevole dal ritmo serrato, dove l’evolversi del rapporto tra i protagonisti va a braccetto con l’aumentare delle perversioni del vicinato e della violenza perpetrata dal misterioso personaggio che si cela dietro ad una facciata di stile e affabilità.
Caldamente consigliato, ma la crudezza di alcune scene potrebbe non essere adatta a tutti.
Sapeva che il collega era confuso, come poteva non esserlo? Sapeva che voleva delle risposte, ma che avrebbe dovuto dirgli? Che vedere un altro che gli metteva le mani addosso gli aveva scatenato dentro una rabbia così intensa da dover raccogliere tutto il suo autocontrollo per non prendere il tizio a pugni in faccia?
«Sono uno che decisamente non si sarebbe preso una cotta per Will “sono così etero che non sopporto neppure la vista del mio pisello” Harrison.»
«Mi stai prendendo per il culo?» disse Will, gli occhi grandi e confusi. «Non potrei sopportarlo se tu volessi soltanto prendermi per il culo…»
Scott interruppe le sue parole con un bacio. «Will,» abbassò la voce di un’ottava e sentì l’altro uomo tremare sotto le sue mani. «Tu non hai idea di quanta voglia io abbia di prenderti per il culo.»
Will guardò Scott con adorazione, seguendo ogni curva e linea del suo viso nel bagliore della lampada.
Quando dormiva, l’uomo sembrava un ragazzino, la pelle abbronzata e liscia, le labbra soffici socchiuse e le lunghe ciglia posate come farfalle sulle sue guance. Gesù, Harrison. Ha ragione lui: devi smetterla di leggere i libri di Sue Brown! Sapeva che si stava comportando come un qualche idiota malato d’amore, ma non poteva evitarlo. Si limitava a ringraziare Dio per ogni giorno che Scott viveva.
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