Capitolo 17 - Tom
La pacata domanda di Rhys colse nuovamente Tom alla
sprovvista. Come poteva essere così calmo e tranquillo? Era lo stesso uomo che
pochi attimi prima gli aveva sussurrato di scoparlo con la voce arrochita dal
desiderio? Era stata una cosa di così poca importanza per lui? Certo, era stato
un musicista, probabilmente era stato abituato a farsi scopare da chiunque
prima di cadere in depressione per la morte del fratello. Si sentì ancora più
stupido per aver ceduto ai suoi sensi, per aver pensato anche solo per un
attimo che sarebbe stato bello poter condividere qualcosa con lui. Più ferito
di quanto volesse dare a vedere si ritirò in silenzio nella sua camera da
letto. Odiandosi per la sua debolezza si buttò sul letto ranicchiandosi come
quando era bambino e abbracciando il cuscino. Come avrebbe voluto sapere cosa
si provava a dormire abbracciato a qualcuno, dormire accanto ad una persona che
teneva a te. Certo che infierire con certi pensieri non sarebbe servito a
concigliargli il sonno. La sua vescica era dello stesso avviso quindi, prima di
cercare di assopirsi, si alzò per andare in bagno. Non era però preparato alla
scena che lo accolse appena mise piede fuori dalla sua camera da letto. Rhys
era seduto davanti al camino che si abbracciava le gambe tirate al petto mentre
singhiozzi soffocati gli sconquassavano le spalle. Piangeva solo ed in silenzio
cercando di non fare rumore. Gli si spezzò il cuore nel petto a vederlo. Sembrava
così giovane e solo, evidentemente non era stato così calmo e distaccato come
aveva voluto apparire. Tom si sentì male a pensare di essere il responsabile di
quelle lacrime. Si concesse di abbassare la guardia ed avvicinarsi a Rhys. L'uomo
era probabilmente così concentrato a cercare di non far rumore che fece quasi
un balzo quando Tom gli posò una mano sulla spalla.
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