Titolo originale: Eleanor and Park
Editore: Piemme
Collana: “Open”
Genere: Narrativa
Uscita: ottobre 2013
Numero di pagine: 350
Eleanor è appena arrivata in città. La chioma riccia rosso fuoco e l'abbigliamento improbabile, ha lo sguardo basso di chi, in pasto al mondo, fa fatica a sopravvivere. Park ha tratti orientali che ha preso dalla madre coreana e veste sempre di nero. La musica è il suo rifugio per tenersi fuori dai guai. La loro storia inizia una mattina, sul bus che li porta a scuola. Park è immerso nella lettura dei suoi fumetti e perso tra le note degli Smiths, Eleanor si siede accanto a lui. Nessun altro le ha fatto posto, perché è nuova e parecchio strana. Il loro amore nasce dai silenzi, dagli sguardi lanciati appena l'altro è distratto. E li coglie alla sprovvista, perché nessuno dei due è abituato a essere il centro della vita di qualcuno. Tra insicurezze e paure, Eleanor e Park si scambiano il regalo più grande: amare quello che l'altro odia di sé, perché è esattamente ciò che lo rende speciale. Sarà la loro forza, perché anche se Eleanor non sopporta quegli sfigati di Romeo e Giulietta, anche il loro legame deve fare i conti con un bel po' di ostacoli, primo fra tutti la famiglia di lei, dove il patrigno tiranneggia incontrastato. Riusciranno, per una volta nella vita, ad avere ciò che desiderano?
E' l'agosto del 1986 quando l'eccentricità inconsapevole di Eleanor si scontra col basso profilo consapevole di Park.
Eleanor ha come un faro puntato addosso quando fa il suo ingresso per la prima volta fra i ragazzi della nuova scuola: la sua testa fulva, l'abbigliamento fuori moda e la fisicità piuttosto accentuata la sbattono immediatamente al centro dell'attenzione. E non è affatto un bene, come ogni adolescente sa. Niente di meglio invece per lo strambo ragazzo metà coreano che da tempo tenta di non suscitare le cattiverie dei compagni di scuola.
Ma l'arrivo di Eleanor, scatena in lui un senso di protezione del tutto sconosciuto e questo è un problema perché la ragazza è davvero strana e si porta dietro un carico di problemi enorme.
I due giovani si avvicinano e si respingono continuamente, fino a quando l'affinità che li lega non può più essere combattuta e le chiacchiere della gente smettono di essere più importanti dello sfruttare ogni secondo per stare insieme. Il loro trovarsi è come una melodia che parte in sordina per diventare decisa e palpitante. Commovente come poche storie lette nella mia vita.
"Come il drive di un computer risputa il disco se non riconosce il formato.
Quando toccò la mano di Eleanor la riconobbe eccome, invece. Capì tutto quanto."
E se i grandi amori sono per eccellenza costellati di problemi, la relazione di Eleanor e Park non fa eccezione. La famiglia di Eleanor è quanto di più disastrato esista in circolazione, fratellini allo sbando, un padre totalmente assente, una madre succube della follia del nuovo compagno. Park vive in una bella casa, dove l'amore dei genitori riempie ogni centimetro quadro ma la paura del padre di lui che il proprio figlio non sia come tutti gli altri, i continui paragoni col fratello minore, alimentano le sue insicurezze e il senso di colpa.
Le loro battaglie personali unite alla lotta costante affinché la loro storia venga accettata si susseguono per tutto il romanzo, e per un soffio non fanno perdere le speranze al lettore.
"In grandi famiglie tutto... tutti dividono sottile sottile. Sottile come carta, capisci?" E fece il gesto di trappare qualcosa. "Capisci?""Non proprio" rispose Park."Nessuno prende mai abbastanza" continuò lei. "Nessuno riceve mai quello che ha bisogno. Quando hai sempre fame, hai fame nella testa." E si battè la fronte. "Capisci?"
Entrambi imparano ad accettare le proprie stranezze, capendo che la parola "diversità" non è sempre sinonimo di "errore". Diventano l'ossigeno l'uno dell'altra, regalandosi reciprocamente quella forza d'animo che gli è sempre mancata per dare una svolta alle proprie vite.
"Con Park non c'era niente di cui vergognarsi. Non c'era niente di sconcio. Perché Park era il sole, e lei non trovava modo migliore per spiegarlo."
Il finale del romanzo è una vera sorpresa, la conclusione perfetta di una storia profonda che spinge a chiedersi quali sono le cose importanti per cui lottare e che lascia fino alla fine col fiato sospeso.
Si chiama Rainbow perché i genitori erano hippie e si è laureata in giornalismo perché, "quando le uniche due cose che ti riescono bene sono leggere e scrivere, se vuoi anche un’assicurazione sanitaria non ti resta che studiare da giornalista". Vive in Nebraska con il marito e i due figli e cura una rubrica di costume e cultura pop sull’"Omaha World-Herald". Il suo primo romanzo, Per l’@more basta un clic, ha ricevuto un consenso unanime di pubblico e critica negli USA e in UK: “Miglior esordio del 2011” per il "Kirkus Reviews"; “Libro dell’estate 2011” per «Entertainment Weekly»; selezione “Scopri i nuovi talenti” delle librerie Barnes and Noble.
Per una volta nella vita è stato segnalato da Amazon tra i migliori libri del 2013 e ha ottenuto 14.000 giudizi su Goodreads, il più popolare forum di lettori.
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