Dorian Grant è il re della malavita di New Orleans, ma non è
un mafioso e non gli piace essere considerato tale. È semplicemente uno spietato
uomo d’affari che chiunque con un po’ di cervello ci penserebbe due volte prima
di tentare di fregare. La vita a New Orleans si fonda tutta sul peccato e il
violento e irascibile Dorian i peccati li ha commessi tutti.
Ma non tutti i peccati a New Orleans lasciano l’amaro in
bocca: una notte Dorian scopre un uomo, dal nome d’arte di Sweet Heat, che entra nella sua vita
ballando in un locale chiamato Peccato e Seduzione. Dorian si aspetta un incontro piccante. Sicuramente non
sta cercando una relazione, e di certo non con qualcuno come Jansen, che mette
sottosopra il cupo mondo organizzato di Dorian.
Ora Dorian si trova a fare pressione su Jansen perché questi
lasci il suo lavoro, dal momento che non riesce a sopportare il pensiero che
altri uomini tocchino ciò che è suo. Ovvio, Jansen vuole un compromesso – dopotutto,
anche il lavoro di Dorian è pericoloso. Ma il ballerino si renderà conto di
quanto lo sia davvero solo quando sarà troppo tardi.
Obiettivamente si tratta di un libro scorrevole e ben
scritto, ma secondo me non basta a renderlo una lettura avvincente.
Il
personaggio di Dorian è un cattivo, non un bad boy, un vero malavitoso che
ammazza la gente, si fa di cocaina, beve come una spugna e scopa a più non
posso. Jansen invece è uno zerbino, a me non vengono altri termini per
descriverlo. Dorian lo tratta come una puttana, gli fa anche fisicamente del
male, ma lui se ne innamora e, nonostante vari tira e molla, decide di dividere
la sua vita con lui.
Intrecciarono le mani, le dita serrate come suture vive che tenevano insieme la stoffa delle loro vite. Se solo fosse stato così facile. Se solo il semplice gesto di tenersi per mano avesse avuto davvero il potere di fortificare una relazione e di renderla indistruttibile.
Mi spiace dare giudizi negativi, ma a me questa storia non è
piaciuta. Oltre alla ripetitività dei discorsi dove Jansen ha paura di Dorian,
della sua ira, della sua violenza, lo lascia brevemente per poi tornare sui
suoi passi, anche la “redenzione” di Dorian non è molto credibile. Scopre
l’amore, decide di lasciarsi andare, avere una vera relazione, ma resta il
fatto che ammazza la gente e, alla fin fine, anche la coscienza di Jansen se ne
fa una ragione.
Nel profondo della sua mente aveva accettato che lui e Dorian probabilmente non sarebbero mai rimasti insieme. Aveva accettato che Dorian avrebbe potuto non amarlo mai e, ancora di più, la parte di sé meno egoista sperava e pregava che Dorian trovasse qualcuno che lo amasse e accettasse per quello che era, che sopportasse tutte le sue stronzate.Sembrava che Jansen non fosse quello giusto e riconoscerlo – accettarlo davvero – ruppe un pezzettino della sua anima.
Non so, forse mi aspettavo che il ballerino dal cuore gentile
potesse davvero ravvedere il cattivo dal cuore di pietra, ma a parte farlo
innamorare non riesce certo a cambiare il suo stile di vita. Non so il resto
delle persone, ma io leggo per evadere dalla realtà, nei romance m/m poi spero
di trovare, oltre all’happy end, anche la speranza del futuro, del trovare il
buono che c’è in noi.
Probabilmente sono io a vivere nel mio mondo di frutta
candita e a desiderare di trovare sempre il buono in tutti i personaggi di cui
leggo, ma è proprio contro la mia natura essere dalla parte del cattivo, che si
penta o meno dei suoi misfatti.
Insomma, un libro piatto e ripetitivo a mio avviso, anche se
la scrittrice ha un’ottima prosa ed è riuscita a creare molto bene l’ambiente
della malavita di New Orleans.
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