Rebecca e Tom non potrebbero
essere più diversi. La vita della donna non fa altro che peggiorare dal giorno
in cui è nata. La sua esistenza racchiude più addii di quanti ne vorrebbe
ricordare. Tom, invece, non desidera nulla di meglio. Ha una brillante carriera
nella Marina Militare ed è fidanzato con una ragazza stupenda. Eppure, qualcosa
in comune tra i due c’è e le uniche a conoscerne il segreto sono un trio di
spie, le SAL Sisters.
Cosa si nasconde nel passato di
Tom? Perché spie e pirati sono interessati a lui? Chi è suo padre? E cosa
c’entrano le sirene nella sua vita?
“Nell’aprire la porta, agguantò
un giubbotto pesante. Fuori, il tempo era gelido e in lontananza si scorgevano
delle nubi temporalesche che si approssimavano minacciose. Arrivò al molo
tredici con un quarto d’ora d’anticipo, benché in perfetta sincronia con le
prime gocce di pioggia. Si addossò al muro – al disotto di una piccola
sporgenza che lo riparava a malapena – e calò le palpebre, in attesa. Si
concentrò sul rumore dell’acqua che cadeva e sul suono del mare, a pochi metri
da lui, pur di rilassarsi. All’inizio funzionò, finché il boato assordante di
un tuono non gli fece spalancare gli occhi. Controllò l’ora: era mezzanotte in
punto.
Tom scrutò intorno a sé, in preda
all’agitazione. Proprio in quell’istante, un’ombra misteriosa apparve. Un
fulmine illuminò la zona a giorno, rivelando la sua figura ed evidenziando il
rosso dei suoi lunghi capelli, mossi dalla brezza.”
“«Fu allora che la vidi.
«Era la più bella ragazza che
avesse mai calcato suolo terrestre. I lunghissimi capelli biondo oro
incorniciavano il suo volto angelico e i suoi occhi azzurri brillavano come
zaffiri.»
Fece una breve pausa, perdendosi
nei ricordi.
«Ma che speranze avevo io con una
come lei? In quel periodo, vivevo in una fatiscente baracca abbandonata: era
già fortunato se trovavo un po’ d’acqua per lavarmi. Sebbene sentissi di non
meritarla, non riuscivo a convincermi che ignorarla fosse la cosa migliore,
così cominciai a seguirla. Divenni la sua ombra.»
[...]
«Non mi fu permesso
d’incontrarla. Lui mi aveva scoperto. Diceva che stavo per buttare via tutta la
fatica dei duri allenamenti, che dovevo pensare prima di tutto alla mia
carriera… Sophie era soltanto un lusso che non mi potevo permettere, almeno
finché non fossi diventato uno dei migliori.» [...]
«Ti sembrerà strano, considerato
il mio lavoro, ma non ho mai baciato nessuna. Ho sempre riservato il primo
bacio per Sophie.»”
“Senza dire nulla e senza quasi
rendersene conto, si appoggiò ai suoi fianchi e, mentre Kira lo baciava
dolcemente, le accarezzò la schiena, facendo scorrere i rudi polpastrelli lungo
l’ampia scollatura posteriore. I lunghi capelli della sposa gli facevano il
solletico.
Si mossero lentamente verso la
camera matrimoniale. La donna infilò le dita sotto la maglietta del marito,
tracciando il contorno dei suoi muscoli perfetti. Lui l’aiutò a stendersi sul
materasso, poi, dopo essersi disfatto della sua T-shirt, si adagiò su di lei.
Stava continuando a baciarla, quando, ad un tratto, s’interruppe.
Si sollevò e spalancò gli occhi,
sconvolto. Un lampo folgorante gli stava facendo rivivere l’ultimo momento
d’intimità con la sua consorte, risalente a più di un anno prima. Come poteva
cedere di nuovo a quell’idilliaca passione, sapendo che la morte dei suoi cari
si aggirava dietro l’angolo? Con un unico gesto, poteva donare la vita o
toglierla. Era una roulette russa in cui giocava la sua famiglia e spettava
soltanto a lui il compito di premere il grilletto.
No, doveva resistere.
Se l’amava, doveva allontanarsi
da lei; se amava i suoi figli, doveva evitare di averne altri. Occorreva
mostrarsi gelido per dimostrare tutto il suo ardente amore.”
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