giovedì 4 febbraio 2016

Serie: #4 Fall Away, Aflame

Vi ricordate Jared e Tate, di Jaxon e del vivace Madoc, Kc e co?
Vi dicono qualcosa questi nomi? Per gli amanti della serie Fall Away series, edita da Penelope Douglas, dopo il terzo volume, Non riesco a dimenticarti, ecco che arriverà presto fra le nostre mani Aflame, uscito ad Aprile 2015 negli States.
Di cosa parlo? Del quarto capitolo di questa saga.





Dal NewYork Times e USA Today, arriva l'autrice di successo di Mai per amore, Da quando ci sei tu, La mia meravigliosa rivincita e Non riesco a dimenticarti. La Fall Away Series arriva ad una frizzante conclusione.

La situazione si è capovolta, Ora ho il potere ed è il suo turno di pregare.

Tutti vogliono essere me.

Forse sarà l'ondeggiare della mia gonna o il modo in cui muovo i capelli, ma non mi interessa. Anche se le loro attenzioni son l'ultima cosa che desidero, non riesco a smettere. Padroneggio sulla pista, la velocità fa cantare il mio sangue (rattle my bones), ed il vento e la folla urla il mio nome.

Io sono lei. La ragazza pilota. La regina della corsa. E son sopravvissuta, qualcosa che lui pensava non avrei mai fatto.

Tutti parlano di lui. Avevi visto Jared Trent in tv?  Che cosa pensavi della sua ultima competizione, Tate? Quando ritornerà in città, Tate?

Mi rifiuto, però, che mi importi troppo.  Perché se Jared dovesse tornare a casa, io non sarò qui.

Tatum Brandt non c'è più. Io son qualcosa di nuovo.

Era un così semplice atto, ma niente di quello che avevamo fatto insieme era facile. Era un attimo in un oceano di momenti che ci teneva vivi un minuto dopo l'altro, ed era il paradiso.

Avevo passato la mia vita dando vita e alimentando il dolore. Il disinteresse provocato dall'alcolismo di mia madre, il sangue versato da mio padre, e la perdita e la solitudine con cui mi ero circondato negandomi qualcosa molto più semplice e necessario dello stesso respirare.

Avevo ignorato la verità ed il buon senso, poiché era più facile credere che la mia forza era determinata da me e non ammettendo che avevo bisogno di qualcuno. Non ammettendo la realtà.

Che io amavo Tate.

Che lei mi amava.

E insieme eravamo invincibili.

Mi erano serviti anni per imparare ciò, ma avrei impiegato il resto della mia vita per rimediare a ciò.

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