Con il cuore spezzato e completamente perso nel suo dolore, Lonnie è alla ricerca di qualcosa che possa riempire il vuoto lasciato da quel sentimento profondo e mai corrisposto verso un uomo ormai impegnato con un altro. La sua fame d’amore e la disperazione per aver perso tutto, lo porteranno a percorrere strade pericolose trovando nell’alcol quell’oblio che gli permetterà di non soffrire, finché un eroe inaspettato lo prenderà tra le braccia portandolo verso la salvezza. La vita di Lonnie è a un punto di svolta, incontra l’amore, quello vero, e i suoi sogni sembrano finalmente diventare realtà. Scoprirà di avere un desiderio oscuro che non pensava gli appartenesse: essere un sottomesso. Mentre è alla scoperta di queste nuove sensazioni, capisce che la strada che sta percorrendo non è così semplice come aveva creduto all’inizio.
Più esplosivo di “Le grida di Rebel”, “Solo un Penny per Lane” vi accompagnerà in un viaggio che vi lascerà senza respiro, intriso di erotismo, dove vi aspettano vendette diaboliche ma anche intense amicizie.
Lonnie
Lane, abbandonata l’idea di un futuro con Jack Colton (Le grida di Rebel), lo
sceriffo per il quale nutre ancora qualcosa, decide che è arrivato il momento
di guardarsi in giro. Essendo un bel ragazzo, non fa fatica ad avere un appuntamento,
ma ahimè, c’è un problema da superare: la sua verginità. Per non sembrare un
ragazzino spaventato e timido più di quanto non lo sia in realtà, Lonnie chiede
aiuto al suo amico Travis (il testa rasata che avete trovato in “Le grida di
Rebel”, per intenderci). Quest’ultimo, affascinato dal giovane cheyenne, accetta il ruolo di
insegnante. Ciò che accade dopo è presto detto: Lonnie e Travis diventano una
coppia. Ma se pensate che per loro sia tutto semplice, vi sbagliate di grosso. In
una piccola città di provincia, i pregiudizi sono tanti; a mala pena si
sopporta il sindaco omosessuale, figuriamoci un’intera colonia! Oltretutto, si
avvicinano le elezioni e il nuovo candidato al posto di sceriffo è uno dei più
accaniti bigotti del paese. Per evitare problemi, Lonnie e Travis sono
costretti a tenere nascosta ai più la loro relazione (solo in pochi hanno il
privilegio di conoscere la verità, gli amici più fidati e i parenti del
giovane). Ma neanche così riescono ad avere pace, e se a questo poi aggiungete
la fragilità caratteriale dei protagonisti, avete chiaro davanti agli occhi il
quadro della situazione.
Lonnie
è un ragazzo timido e dolce, è arrivato ad Apishipa Creek per vivere con lo zio
e cercare di non diventare un alcolizzato come i suoi genitori. Inoltre, il
fatto di essere gay non gli avrebbe garantito una permanenza comoda in paese.
Trovato lavoro in città come assistente dello sceriffo, e con l’aiuto degli amici,
è riuscito a farsi apprezzare ed ora è in lizza per il posto di vice sceriffo
nelle nuove elezioni.
Travis
Walton, invece, è un uomo all’apparenza forte e sicuro di sé. In realtà ha
anche lui la sua buona dose di problemi. Fin da ragazzino, è stato costretto a
nascondere la propria omosessualità; membro di una delle famiglie più in vista
della zona, infatti, ha preferito tenerla segreta per il solito discorso di non
deludere le aspettative di un padre troppo preso dagli affari e poco presente. Gli
unici momenti di autentica libertà li trova frequentando il club di BDSM di
Master Lin. Qui si sente a proprio agio, libero dalle costrizioni e dalle
barriere imposte dai benpensanti. Rimane affascinato dalla dottrina del bondage, e decide di voler imparare le regole.
Ma come dice il maestro:
«Ogni Dom che si rispetti deve iniziare il suo addestramento come sub. Solo pochi sono diventati direttamente Dom, ma nessuno che ho addestrato io. È imperativo che tu conosca ogni parte dell’attrezzatura, ogni strumento, ogni gioco a prima vista, in modo tale che quando avrai un sub saprai esattamente quello che prova quando li userai su di lui. Ogni colpodel flogger deve arrivare da un uomo che sa quali sensazioni dà sulla pelle della schiena, delle gambe o del torace.»
Una
volta acquisita sicurezza, Travis è in grado di aiutare Lonnie a crescere e a liberarsi
di tutte le sue angosce.
“Libertà attraverso la sottomissione”
Già,
la libertà! Riusciranno i due protagonisti ad essere davvero liberi? È una domanda lecita e la risposta la
troverete solo nelle pagine del romanzo.
La
storia, semplice e ben sviluppata, si arricchisce di suspance quel tanto che
basta per renderla interessante e diversa dal precedente romanzo della serie
con il quale, tra l’altro, ha molte affinità. Sembra infatti che entrambi i
racconti seguano una struttura precisa a cominciare dai protagonisti, anche se,
a ben guardare, risultano ben distinti. Mi spiego: Jack e Travis sono i dom, ma
mentre il primo incarna il ruolo alla perfezione, il secondo non è tratteggiato
al meglio. Ha bisogno di Lonnie per crescere e risplendere, da solo non ci
riesce. Rebel e Lonnie invece sono i due sottomessi: belli e ben caratterizzati
tutti e due, ma il secondo ha una marcia in più, è l’eroe per eccellenza, colui
che rischia la vita per amore degli altri.
Altra
costante è la presenza delle anime dei cari (Martin e la zia Candace, nel primo
romanzo, e la madre di Lonnie in questo), essa rappresenta una caratteristica
simpatica ed essenziale nello svolgimento dei due racconti.
L’introduzione
del “giallo” costituisce allora la giusta novità che aumenta il pathos e stuzzica
il lettore a scommettere sul finale che non appare poi così scontato.
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