Travis Miller ha un lavoro da operaio, un gatto di nome Elwood e una vita sentimentale patetica. L’unico raggio di luce nella sua esistenza è il bellissimo chitarrista davanti al quale passa, talvolta, quando torna a casa dopo il lavoro. Ma quando trova finalmente il coraggio di rivolgergli parola, Travis viene a sapere che quell’ex romanziere, Drew Clifton, soffre di afasia: riesce a capire tutto quello che Travis dice, ma non è capace di parlare o scrivere.
I due uomini soli danno vita a un’amicizia che presto sboccerà in una storia d’amore. Ma la comunicazione è soltanto una delle loro sfide: ci sono anche l’inesperienza di Travis con le relazioni e la sua situazione economica precaria. Se sono le parole a costruire un ponte tra due persone, cosa riuscirà a tenere insieme loro due?
Adoro il modo di scrivere di quest’autrice, riesce sempre a creare personaggi molto realistici con i loro problemi e difficoltà, sia che la storia abbia un’ambientazione fantasy come “Bruto”, che moderna come “Maschere veneziane”. La desolazione della vita di Travis mi ha stretto il cuore quasi quanto quella del silenzioso esilio dal mondo di Drew. Due solitudini completamente diverse, ma che riescono a creare un ponte per colmarsi a vicenda.
Travis ha un lavoro “del cazzo” (sue testuali parole) e solo un gatto guercio come lui ad attenderlo a casa. Vive in una città nuova, non ha amici e pochi interessi, solo Drew cattura la sua attenzione con la sua chitarra ed il suo silenzio.
“Abito qui da circa otto mesi e non conosco nessuno. Ho questo lavoro del cazzo e pure una vita un po’ del cazzo, ma passo sempre da queste parti e qualche volta tu suoni la chitarra, è bello. Mi fa sorridere. Volevo solo dirtelo.”
Drew, dal canto suo, con un incidente d’auto ha perso tutto: la capacità di parlare e scrivere, il suo lavoro, visto che era uno scrittore, ed il fidanzato che l’ha lasciato per l’incapacità di comunicare.
Sara lo chiamò per augurargli buon Natale. Lui le raccontò di Drew. Non tutto, nemmeno della sua afasia. Le disse solo che Drew era intelligente, meraviglioso e bellissimo e che lui si sentiva veramente felice. Il che, a pensarci, includeva le cose davvero importanti.
Per entrambi è difficile mettersi in gioco, l’avvicinarsi sarà graduale, ma costante, uno scorrere di mesi ed ostacoli che segneranno un percorso chiamato vita.
“Cos’è più importante, Travis? Sapertela cavare da solo? O stare con la persona che ami? Che ti ricambia, aggiungerei.” Bevve un ultimo sorso del suo tè e poi si alzò. “Sono un’antropologa. Probabilmente non sono in grado di dirti che so tutto sulla specie umana, ma ci sono alcune cose di cui sono certa. A volte, Travis, essere uomo significa qualcosa di diverso dal pagarsi le bollette.”
Una storia delicata e struggente che entra nel cuore con la sua semplicità, dove i sentimenti impregnano ogni parola.
Sono solamente cinquanta pagine, ma non manca assolutamente nulla alla completezza di questa bellissima vicenda umana.
KIM FIELDING ama esser definita eclettica. Ha viaggiato in lungo e largo nell’ovest, per due terzi degli Stati Uniti, e attualmente risiede in California, dove da tempo ha esaurito lo spazio a disposizione per le librerie. È una docente universitaria che sogna di poter viaggiare e scrivere a tempo pieno. Sogna anche di avere due figli perfettamente educati, un marito che non sia ossessionato dal football e una casa che si pulisca da sola. Certamente alcuni sogni saranno più realizzabili di altri.
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